Venerdì 26 Aprile 2024

L’impegno dell’Italia nel Sahel "Ecco perché diamo fastidio all’Isis"

Gli analisti dopo le minacce jihadiste a Di Maio. La missione tra Niger e Mali

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Le minacce al titolare della Farnesina, Luigi Di Maio (foto) che incassa la solidarietà anche degli Usa dal segretario di Stato Antony Blinken. L’arresto di un combattente del sedicente Stato islamico. I nuovi fronti caldi. L’Isis torna al centro dell’attenzione. Ma andiamo con ordine. Perché Di Maio e l’Italia sono nel mirino dei terroristi?

Forse la risposta sta nelle comunicazioni che Di Maio e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini hanno fatto alla Camera. I due esponenti di governo hanno spiegato che oggi il focus di interesse strategico è il Sahel. Il che disturba Daesh: proprio lì, le ’bandiere nere’ stanno vivendo una fase di forte espansionismo. È insomma in questo contesto che, a detta dei nostri servizi di intelligence, va collocata la sfilza di minacce pubblicato in Rete dall’organo ufficiale dei terroristi, il settimanale al-Naba. Non solo: per i militari italiani si apre una stagione non facile. Calda, caldissima. Una stagione che prevede una missione inedita (il nome è "Takuba") nella regione del Liptako-Gourma, a cavallo del confine tra Niger, Mali e Burkina Faso. Il Parlamento ha autorizzato la partecipazione di otto elicotteri e duecento uomini con compiti di ricognizione ed evacuazione sanitaria. La delicata questione diverrà operativa subito dopo l’estate.

E poi, l’arresto eccellente. Aveva combattuto in Siria con l’Isis, di cui aveva ricoperto l’incarico di responsabile militare ed era ricercato da tempo. Lo hanno sorpreso davanti a un bar, in una tranquilla zona di periferia a Lago (Salerno). Così Afia Abderrahman, marocchino jihadista di 29 anni, è stato arrestato dalla Polizia.

red. pol.