Mercoledì 24 Aprile 2024

Legge-crociata contro gli atti osceni Chi si apparta in auto rischia il carcere

Una proposta firmata dal viceministro Cirielli (Fratelli d’Italia) prevede fino a tre anni di reclusione "Niente punizione se i vetri sono coperti o appannati". Ma il governo frena: "Non è nel programma"

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di Marco Principini

ROMA

I clienti delle nostre Pretty Woman potrebbero presto passarsela decisamente male. "Fino a tre anni di reclusione", è questa la richiesta di Edmondo Cirielli, di Fratelli d’Italia, per chi commette atti osceni in luogo pubblico. Il viceministro lancia la sua personale campagna sulla moralità con una proposta di legge depositata il 13 ottobre e assegnata il 24 gennaio alla commissione Giustizia della Camera. Il governo prende le distanze, spiega che è stata presentata prima della formazione dell’esecutivo e non è nell’agenda. Ma tant’è. La proposta c’è. Pure dettagliata. Con particolari che, se non fosse per la serietà del contesto, farebbero la gioia dei cabarettisti. La relazione introduttiva elenca infatti i comportamenti definiti atti osceni in luogo pubblico attualmente puniti con una sanzione amministrativa e non con il carcere.

Attenzione: con la stretta sarebbero duramente punite le coppiette che si appartano in auto. Salvo non usino cautele per celarsi agli sguardi pubblici.

La proposta si abbatte sui "comportamenti sessuali posti in essere all’interno di un’auto in sosta lungo la pubblica via". Per non essere punito "l’autore del fatto" deve adottare "specifiche cautele, come l’appannamento o la copertura dei vetri della vettura".

Le opposizioni vanno all’attacco. "Iniziativa degna del moralismo più pruriginoso e del maschilismo più opportunista", dice Luana Zanella, capogruppo di Verdi e Sinistra alla Camera. "A quando la polizia morale?", attacca il presidente di +Europa Riccado Magi prendendosela in particolare con la relazione illustrativa della proposta di legge. Due pagine nelle quali si mettono all’indice i "comportamenti degradanti" che si stanno verificando "sul territorio nazionale" che "ledono la moralità pubblica e la sicurezza dei cittadini".

Comportamenti – si legge – che "talora sono commessi da immigrati presenti a vario titolo sul territorio nazionale". Insomma l’obiettivo è "contrastare in maniera più adeguata il degrado morale che affligge la nostra collettività" anche per "tutelare la moralità pubblica e il buon costume". Reintroducendo il carcere per un reato, quello di atti osceni in luogo pubblico, che era stato depenalizzato. La sola multa, si sostiene, non basta. "Non è certo un deterrente per l’allarme sociale connesso alle condotte di immigrati che, non avvezzi ai costumi, alle consuetudini e alle norme etiche e giuridiche che regolano la convivenza civile nella nostra società e sradicati dagli ambienti di provenienza, compiono talora azioni oscene o degradanti nelle nostre città".

La proposta di legge modifica l’articolo 527 del codice penale prevedendo, dunque, che chiunque non solo compia atti osceni ma anche "si mostri nudo" è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni (attualmente è prevista solo una multa fino a 30mila euro). Aumenta anche la previsione relativa agli atti osceni "all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori": ora è previsto il carcere da quattro mesi a quattro anni e sei mesi, si passa alla reclusione "da due a sei anni". Se il fatto avviene "per colpa" la multa arriva fino a 500 euro (attualmente è di 309 euro). Per quanto riguarda la prostituzione, si rileva anche qui come la sanzione amministrativa non sia sufficiente e per i "signori clienti" non abbia "la stessa capacità general-preventiva della sanzione penale".