Mercoledì 24 Aprile 2024

Le simulazioni: Meloni costretta ad allearsi

Se Fratelli d’Italia corre da sola guadagna pochi seggi. I sondaggisti: per vincere deve mettersi d’accordo nei collegi con gli altri del centrodestra

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di Elena G. Polidori

Pronti al governo con il centrodestra o da soli. Giorgia Meloni ci crede, come ha fatto intendere nel discorso finale della kermesse milanese da dove ha lanciato il suo progetto di partito conservatore, ma nella realtà dei numeri e delle "ricette" elettorali, quanto vale davvero la leader di Fratelli d’Italia che corre da sola alle prossime politiche? Stante l’attuale Rosatellum e con il taglio dei parlamentari voluto dai grillini, alla Camera la Meloni potrebbe conquistare il 2021% (questo il dato che gli viene assegnato dagli ultimi sondaggi) dei 240 seggi proporzionali (per un totale di circa 5556 seggi, resti compresi) mentre avrebbe difficoltà a farsi largo tra i 160 seggi uninominali. Situazione sovrapponibile al Senato, con una fotografia complessiva finale che rimanda alla necessità comunque di un’alleanza se davvero Meloni vuole rendere concreta l’opa lanciata sul governo.

Già, ma come? "Se davvero vuole arrivare al governo – sostiene la sondaggista Alessandra Ghisleri –, Meloni una quadra con gli alleati la deve trovare, altrimenti rischia di ritrovarsi da sola all’opposizione un’altra volta; l’idea di un partito conservatrore è senz’altro intelligente, ma se anche poi riesci a fare grandi numeri, chessò un 30%, da sola che te ne fai?". Stessa riflessione da parte del politologo Alessandro Campi: "Se, come probabile, si andrà a votare con questa legge elettorale, o Meloni trova il modo di ricompattare il centrodestra con l’obiettivo di andare al governo, oppure rischia di trovarsi davanti a un possibile governo stile Draghi, con tutti dentro e solo lei che resta fuori". E la ’solitudine’ dell’opposizione alla fine, per dirla sempre con la Ghisleri, finisce per logorare e far perdere punti importanti. Si sibila, poi, per i corridoi parlamentari che una Meloni che "strappa" con Salvini e Berlusconi potrebbe indurre gli altri due leader a fare una lista unica – alle prossime politiche – tra Lega e Forza Italia in modo da metterla all’angolo.

Insomma, Meloni deve "rinegoziare il proprio ruolo all’interno della coalizione di centrodestra – sostiene ancora Campi – a meno di non inventarsi alleanze innaturali tipo Fd’I e Pd, cosa che al momento appare assai improbabile, ma ne abbiamo viste di cose innaturali negli ultimi anni e non possiamo dire che non potrebbe accadere anche questo". D’altra parte, ormai, nell’attuale quadro politico, non esiste un partito che si possa intestare la vittora politica "in solitaria", del 50%+1 per chiarire, vecchio pallino del Cavaliere, dato che le organizzazioni più pesanti stanno tra il 17% ed il 21% (è il Pd il più alto oggi) e quindi "la suggestione di una Meloni che da sola scala il governo – sostiene il sondaggista Antonio Noto – non ha molto senso; i suoi numeri non bastano anche se il solo fatto di aver minacciato di andare da sola l’ha fatta immediatamente crescere nei sondaggi. Ma pensare che il centrodestra, solo in virtù di questi risultati, le possa dare automaticamente lo scettro del comando della coalizione, mi pare una cosa lontana dalla realtà; se Meloni vuole governare deve andare a Canossa con gli alleati".