Mercoledì 24 Aprile 2024

Le mosse del Terzo Polo "Un fronte con Pd e M5s? Abbiamo poco in comune"

Rosato (Italia Viva): "Non abbiamo votato La Russa, lo dimostrano i numeri. Ma sulle emergenze che l’Italia sta affrontando saremo vicini al governo"

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di Antonella Coppari

Le smentite a ripetizione di Italia Viva servono a poco. È soprattutto sui renziani che si appuntano i sospetti, per molti la certezza, dopo il voto dell’opposizione a favore di Ignazio La Russa.

Onorevole Ettore Rosato, molti sono convinti che sia arrivato da voi il soccorso al neo-presidente del Senato come prologo all’agire quasi da stampella della destra. È così?

"Non saremo la stampella di nessuno, certo non della destra. Ciò non toglie che voteremo i provvedimenti che condivideremo e cercheremo di migliorare quelli che non condivideremo".

Sa bene che tanti leggeranno in queste sue parole un segnale di apertura alla destra.

"Quante volte il centrodestra ha votato a favore dello scostamento di bilancio nel secondo governo Conte? L’interesse nazionale viene prima di una campagna elettorale continua".

Esclude pure che ci sia stato uno scambio per la presidenza di alcune commissioni e delle poltrone negli uffici di presidenza?

"È una questione matematica: noi non abbiamo 17 voti al Senato, ma 9".

Come definirebbe il tipo di opposizione che intendete fare?

"Pensiamo che l’opposizione debba essere utile, e l’utilità non sta nei decibel con cui si urla, ma nei risultati che si ottengono rispondendo alle attese del Paese".

Il Paese si attende che si riesca a fronteggiare una crisi tremenda. Per farlo, non sarebbe necessaria una risposta unitaria di tutti i partiti?

"Assolutamente sì. Il governo ci troverà sempre vicini e solidali nell’affrontare la straordinaria emergenza che attraversiamo".

L’opposizione riuscirà a impostare una politica comune come chiesto da Enrico Letta?

"Abbiamo poco in comune. Dalla giustizia al reddito di cittadinanza ai rigassificatori alle politiche sullo sviluppo ci sono differenze tali che non permettono di avere una voce sola".

In concreto, troverete un accordo sulle vicepresidenze e sugli assetti istituzionali?

"Spero di sì; noi abbiamo dato la nostra disponibilità a discutere senza ottenere finora risposte. Se Pd e M5s cercassero di farci fuori, sappiano che non ci faremo mettere i piedi in testa".

Reale, però, è il bisogno di un’azione politica coordinata delle opposizioni.

"Capisco, ma i livelli sono diversi".

A sinistra c’è chi pensa di riproporre formule come il governo istituzionale o tecnico in caso di esplosione della maggioranza. È plausibile?

"Il governo in un modo o nell’altro nascerà. Quindi la questione non mi pare attuale, si vedrà tra sei mesi o tra due anni se e quando questa maggioranza entrerà in crisi".

Dopo l’elezione dei presidenti delle Camere c’è un allarme in più: il pericolo della resurrezione della violenza politica. Come considera le minacce ricevute da La Russa?

"Esprimiamo la massima solidarietà per minacce che non vanno sottovalutate".

Ritiene che la sinistra abbia spinto troppo l’acceleratore sull’allarme fascista?

"Ci hanno fatto la campagna elettorale, ma non bisogna confondere politiche sbagliate con le minacce".

Cosa bisogna fare per frenare questa ondata di violenza verbale prima che degeneri?

"È il consenso democratico che porta la destra al governo, grazie anche alle scelte suicide del Pd. Detto questo, drammatizzare l’elezione di La Russa e Fontana non aiuta i due presidenti a conservare quel ruolo di terzietà che pretendiamo da chi riveste quelle cariche".

Lo scambio di accuse tra Letta e Meloni sembra andare nella direzione opposta a quella da lei indicata.

"Abbassiamo tutti i toni. Il futuro governo si occupi dei problemi del Paese, l’opposizione non getti benzina sul fuoco".