L’amore, l’arcivescovo e il filosofo

Il confronto tra il cardinale Zuppi e il filosofo Bonaga

Nonostante il dibattito sul Green pass, la riforma della giustizia e le turbolenze nella maggioranza, non c’è nulla di più eterno - e quindi di attuale - del tema trattato l’altra sera a Bologna in un confronto fra il cardinale Matteo Zuppi e il filosofo Stefano Bonaga. L’arcivescovo e il professore erano stati chiamati da Francesco Bernardi, un imprenditore che ama la cultura, a far rispettivamente da pubblico ministero e avvocato difensore di Paolo e Francesca, i due amanti narrati nel V canto della Divina Commedia, e da Dante collocati all’inferno. Giustamente, secondo Zuppi; ingiustamente, secondo Bonaga...

Eppure Dante simpatizza, solidarizza con i due amanti. Soffre con loro, ma non può esimersi dal collocarli all’Inferno perché per le leggi civili e religiose del suo tempo i due erano colpevoli di adulterio e pure di incesto, essendo allora considerata incestuosa anche una relazione fra cognati. Ma davvero fu adulterio? Boccaccio ci dirà, poi, che Francesca era stata maritata con l’inganno a Gianciotto, il fratello del suo amato Paolo. Ma per la morale dell’epoca di Dante nemmeno questa circostanza valeva da esimente: Francesca da Rimini era un’adultera, e sia lei sia Paolo Malatesta detto il Bello erano meritevoli dell’eterno supplizio, nel girone dei lussuriosi. Si dovrà arrivare al Romanticismo perché a Francesca venga riconosciuto il suo vero ruolo, quella di eroina e martire della libertà di amare.

Ma per Zuppi la vera colpa di Paolo e Francesca non fu tanto il discusso adulterio: "Il vero motivo della condanna di Dante è la razionalità, la ragione: Dante, che fa dell’intelletto la chiave per la vita, non può accettare che tutto sia ridotto all’istinto, e che l’istinto prevalga sulla ragione". Bonaga sostiene invece che "le passioni si subiscono, non si governano; il desiderio non si governa, e anche se lo vuoi governare se ci riesci bene, ma se non ce la fai…". Parole simili a quelle del regista Ferzan Ozpetek quando parla degli amori impossibili: "A volte succede ed è inutile resistere, negare o combattere… È meglio una scia bruciante anche se lascia una cicatrice: meglio l’incendio che un cuore d’inverno".

(Nel VII centenario della morte di Dante, sono molti gli appuntamenti culturali dedicati a Paolo e Francesca tra l’Emilia Romagna e le Marche, da un’idea di Ferruccio Farina. Il programma è consultabile su www.francescadarimini2021.com).