
Ozzy Osborne, 76 anni, durante l’ultimo concerto davanti a 40mila persone
SpinelliQuattro brani e poi il silenzio. Nel mondo del metal tutti sapevano che per Ozzy Osbourne il giorno dell’ultimo valzer sarebbe arrivato. Triste e lacrimevole come ogni commiato (ma ad alto volume e con fuochi d’artificio). Davanti alla ineluttabilità di quel Parkinson diagnosticato nel 2020, al Principe delle Tenebre non è rimasto altro che decidere la data di quello che la riconoscenza e l’affetto di tanti colleghi hanno trasformato nel più grande raduno heavy metal degli anni Duemila. Festa rutilante e senza sorriso sabato scorso a Birmingham con l’aiuto dei Black Sabbath e della moglie Sharon per celebrare le proprie esequie artistiche col Kyrie eleison dei 42 mila metallari assiepati sugli spalti, nove miglia da quella Genting Arena dove otto anni fa aveva chiuso il tour d’addio degli Sabbath. Allora in piedi davanti al microfono, oggi seduto sul trono nero con cui s’è piazzato sulla scena dopo aver visto sfilare amici della prima e dell’ultima ora piovuti nelle Midlands a rendergli omaggio con la deferenza dovuta a chi ha inventato un genere. Sic transit gloria mundi, ma che fatica.