Mercoledì 24 Aprile 2024

La Ue e le nuove sanzioni C’è l’allarme migranti

Migration

L’Unione europea ha adottato una linea molto dura nei confronti della Russia fin dall’inizio della cosiddetta ‘operazione militare speciale’. Per Bruxelles si è trattato quasi di uno stress test che, però, per il momento, ha dimostrato di saper reggere. La vera sfida inizia adesso con questi referendum, che ha respinto su tutta la linea, come fatto per quello sulla Crimea nel 2014 e che potrebbero portare a nuove sanzioni. La Ue, per il momento, appare compatta, ma ci sono due questioni che rischiano di indebolire la sua linea dura nei confronti di Mosca.

La prima è il grande numero di rifugiati che si stanno riversando nei territori dell’Unione, soprattutto in Polonia. La seconda è rappresentata dalla divisione di alcuni Paesi sul capitolo sanzioni e sul capitolo visti. Per quanto riguarda il primo, l’Ungheria di Viktor Orban agisce ormai come elemento di divisione, apportando posizioni filorusse e cercando di spaccare la compattezza che Bruxelles ha dimostrato fino a questo momento. La madre di tutte le battaglie è di riuscire a imporre almeno un tetto al prezzo del gas russo, mossa che penalizzerebbe Mosca in modo significativo. C’è poi la questione, spinosa, dei visti, soprattutto adesso che, con la mobilitazione parziale molti russi che stanno cercando di scappare premono su alcuni Paesi della Ue.

In primo luogo sulla Finlandia, che, dall’annuncio dell’arruolamento obbligatorio da parte di Mosca, ha visto raddoppiare in poche ore l’ingresso di russi sul suo territorio nazionale e sta pensando di adottare il blocco dei visti turistici, già applicato dalle Repubbliche baltiche e dalla Polonia nei giorni scorsi.