Mercoledì 24 Aprile 2024

La trama della Lega Salvini chiede gli Interni ma è pronto a trattare: vicepremier e Agricoltura

Dal consiglio federale esce una lista di ministeri per il Carroccio. Per tenere buoni Zaia e Fedriga si punta anche agli Affari regionali. Giorgetti non sarebbe tra gli esponenti destinati al futuro governo

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di Ettore Maria Colombo

Matteo Salvini ha tanti difetti, e sono arcinoti. Inoltre, il suo potere, nella Lega, è sempre meno saldo: nella Lega sono nate persino le correnti. Sommate alla fronda dei governatori del Nord, i quali – da Zaia a Fedriga – puntano i piedi, e alla frustrazione di tanti segretari regionali ed ex big, il clima nella Lega è da notte dei lunghi coltelli. Infine, gli tocca vedere, ogni giorno, Giorgia Meloni – che, nel suo intimo, non ama – che fa e disfa la tela per formare il governo. Scene che lo mandano, letteralmente, “ai matti“.

Eppure, Salvini ha anche un pregio. Sa trattare. E, non mancandogli né il fiuto politico né i numeri (le truppe parlamentari leghiste sono necessarie per la maggioranza), li sta usando per “ricattare“ (politicamente) la premier in pectore. Ma, amando il gioco del poker, oltre che quello del calcio, Salvini gioca d’attacco per sfiancare l’avversario (football) o bluffa sperando nessuno dica "vedo" (poker). E così, ieri, riunendo il Consiglio Federale della Lega – il quale gli ha dato, ovviamente, "pieno mandato a trattare" – Salvini ha continuato, imperterrito, a dire e, soprattutto, a far dire che lui chiede (anzi, pretende) il Viminale, e solo quello. Ovviamente, trattasi di una finta, un vero bluff, una veronica.

Ove mai, per un miracolo della fede, la Meloni dovesse dire di sì, arriverebbe il non possumus – che già si sa c’è – del Colle e la cosa finirebbe lì. Quindi, Salvini fa fumo. Il gioco vero del Capitano è un’idra a tre teste: vuole il posto da vicepremier, più il dicastero dell’Agricoltura, per sé, che non può non stare seduto al governo.

Poi, tre ministeri di grande peso: Infrastrutture, per il fidato Edoardo Rixi (che, almeno, ne capisce); la Giustizia, per il suo avvocato, Giulia Bongiorno; gli Affari regionali perché solo così si può fare l’Autonomia differenziata cara ai governatori. Infatti, Zaia punta i piedi sugli Affari regionali, "per concludere e approvare l’autonomia differenziata. Al posto di Gelmini – spiega" deve andare un leghista, "veneto o lombardo". Fedriga e Fontana assentono. Più il dicastero senza portafoglio alla Disabilità che la Lega già aveva.

Infine, stando al governo, e piazzando tutti i suoi (i non eletti verranno ricompensati come sottosegretari), Salvini pensa di poter “tener dur“ dentro la Lega. L’Idra a tre teste, però, cozza sia contro l’indipendenza di una premier che verrà anche dalla Garbatella, ma che ha le idee molto chiare, sia contro la Costituzione (il vaglio del Colle) e pure contro il buon senso. Morale, la chanche che le pesanti richieste di Salvini vengano esaudite è basso. Per FdI, metà richieste sono irricevibili.

Nel comunicato finale della Lega, c’è scritto un avvertimento minaccioso: "Si riporti al centro la buona politica, chiudiamo la stagione dei tecnici". E quel "lavoriamo per i bisogni degli italiani" si traduce in "lavoriamo per i bisogni della Lega". Anzi, i bisogni di Salvini. La lista sarebbe comunque complicata, da riscuotere tutta, ma la vita (della Meloni) sarebbe molto più semplice se al primo posto non ci fosse sempre il Viminale.

In ogni caso, Salvini ha chiesto, alla Lega, prima ancora che alla Meloni, "un atto di amore" (cieco) – anche a causa dell’assedio che sta subendo ("c’è un brutto clima, temo colpi di testa dei violenti, basta un matto, il Viminale intervenga") – e la Lega ha prontamente acconsentito. Persino Giorgetti, fatto fuori da qualsiasi toto-ministri, dice che è Salvini "il candidato naturale al Viminale". Nomi, ovviamente, non ne sono stati fatti, e nel comunicato l’elenco dei ministeri non c’è, ma quelli sono i dicasteri e quelli sono pure i nomi. Rixi, Centinaio, Fontana. Oltre al suo, si capisce.