Venerdì 26 Aprile 2024

La strage di Corinaldo Fedez e Sfera Ebbasta in tribunale "La calca nel locale? Prevedibile"

Ancona, sentiti come testimoni il trapper ospite quella notte e il rapper che si era esibito lì tempo prima. Le famiglie delle vittime: "Organizzate un concerto per spiegare ai giovani il divertimento in sicurezza"

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di Marina Verdenelli

"Non dico che si poteva prevedere una tragedia ma problemi di qualche tipo sì, almeno uno svenimento ci sarebbe stato". Fedez ieri è arrivato ad Ancona e ha parlato così in tribunale, dove la procura lo ha chiamato a testimoniare al processo bis (dopo quello che ha già condannato la banda dello spray in via definitiva) per la strage di Corinaldo. Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni alla discoteca del paese, la Lanterna Azzurra, dove era atteso l’arrivo del trapper Sfera Ebbasta per un’esibizione. Dopo gli avvenimenti tragici Fedez, nome d’arte di Federico Leonardo Lucia, aveva rilasciato un’intervista televisiva ad una trasmissione "facendo delle considerazioni di carattere generale – ha osservato in aula il pm Paolo Gubinelli – per me interessanti perché vengono da una persona del settore".

Non solo, Fedez si è esibito in due occasioni alla Lanterna, nel 2015 e nel 2017 e aveva avuto a che fare quindi con l’organizzazione del locale. Per questo la procura ieri lo ha chiamato a testimoniare focalizzando il punto sulla capienza perché una serata di quel tipo era prevedibile.

"Abbiamo un locale con un certo tipo di capacità – ha ragionato in aula Fedez – un artista che viene venduto ad un certo prezzo (17.500 euro era stato il cachet stabilito per Sfera quelle sera, ndr), se vendo un dj set a 20 o 30mila euro in un locale che può contenere 500 persone, chi sta gestendo la data è consapevole che il proprietario del locale per organizzarla deve strariempire quel posto". Delle serate alla lanterna Fedez ha detto che fu "una data tranquilla perché ho avuto esperienze in altri locali di serate gestite male ma la Lanterna non rientra per questo tipo di ricordi". Poi ha definito la moda dello spruzzo del peperoncino, per derubare collanine, "un’usanza malsana".

L’artista è arrivato a Palazzo di Giustizia a bordo di un van con i vetri oscurati, entrando dal retro. Cappotto e mocassini neri ha incontrato in disparte Paolo Curi, il marito di Eleonora Girolimini, la mamma morta alla Lanterna Azzurra, con le due figlie Dora di 11 anni e Gemma di 15 anni (quest’ultima era alla discoteca di Corinaldo con i genitori quella notte) e Francesco Vitali, il fratello di Benedetta, una dei cinque adolescenti morti nel locale.

Sentiti come testimoni anche Sfera e il suo manager Pablo Miguel Lombroni Capalbo, conosciuto come Shablo. L’utilizzo dello spray nelle serate in discoteca era frequente in quel periodo, ha fatto presente Sfera, ma non si sono mai verificati morti infatti "dopo 20 minuti lo show continuava", ha detto. La sicurezza del locale e la capienza non erano responsabilità dell’artista e del suo entourage, ha fatto capire il manager perché "firmavano un contratto che comprendeva anche che le responsabilità era di chi organizzava". Giuseppe Orlandi, padre di Mattia, 15 anni, una delle sei vittime della Lanterna, ha espresso il desiderio di far organizzare ai due artisti una serata insieme per il divertimento in sicurezza e dedicato ai ragazzi di oggi.