Si dava per certo, l’altra sera, che la crisi di governo si concluderà con un Conte ter, che sarebbe poi una riedizione del governo precedente, cioè con lo stesso premier e la stessa maggioranza, Italia Viva compresa. Magari non se ne farà nulla e la crisi prenderà un’altra strada. Ma il solo fatto che si sia pensato a una soluzione del genere fa capire quanto il Palazzo sia – temo irrimediabilmente – disconnesso dalla realtà. E questo a prescindere dalla qualità di questo eventuale nuovo (si fa per dire) governo. Può anche darsi che si riveli, alla fine, il miglior esecutivo della storia. Non è questo il punto.
È che gli italiani resterebbero sbigottiti. Ma come: il Paese è allo stremo e questi pensano a far cadere un governo per rifarne uno uguale? “Non ci posso credere”, direbbe Aldo. E sarebbe curioso ascoltare che cosa avrebbero poi da comunicare al Paese Conte, Renzi e il Pd: cari concittadini, avevamo scherzato.
A nulla servirebbe cercare di spiegare che si è corretto il programma, che i propositi sono cambiati, che ci si è chiariti. Gli italiani non capirebbero: e se non fossero sfiniti dalla crisi li andrebbero a cercare, quei politici che fanno disfano e rifanno uguale un governo mentre il Paese è alle corde. Chi continua in queste ore a tessere trame di Palazzo ignora forse che agli alberghi chiusi da un anno arrivano, come una beffa, le bollette del canone Rai da pagare; e che i ristoratori ormai sul lastrico l’altro ieri sera alle sette ancora non potevano fare la spesa perché il governo ritardava nel comunicare i colori delle regioni. Così, solo per citare due piccoli, simbolici esempi di cose concrete.
Ma che cos’hanno in testa certi politici, che cosa sanno della vita quotidiana della gente comune? E pensare che in parlamento ha la maggioranza un partito che diceva di voler rompere con la vecchia politica e di rappresentare, finalmente, “i cittadini”. Mah.