Giovedì 25 Aprile 2024

La scuola è aperta Ma per pochi

Marcella

Cocchi

impressione delle tante classi assenti, studenti che si moltiplicano a seguire le lezioni da casa, alunni senza sintomi “reclusi“ per giorni, effetto finepenamai anche per vaccinati e guariti... E ancora: scambio a ciclo continuo di mail tra referenti Covid e genitori confusi, segreterie trasformate in appendici delle Asl, circolari dei dirigenti scolastici in cui abbondano i “condizionali“ e la descrizione tutt’altro che sintetica delle mille casistiche sui rientri... Insomma, un’altra realtà rispetto all’ottimo bilancio riferito dal governo, secondo cui solo il 6,6% delle classi è passato alla Dad. Dall’altra parte della barricata ci sono i presidi, secondo cui le classi a casa sarebbero la metà.

La verità è che il dato tanto positivo di Bianchi va quantomeno sommato al 13% della didattica integrata (Did), anch’essa motivo di disagio per le famiglie e di problemi per studenti e docenti. La lettura tutta positiva dello stato dell’arte non considera poi l’incastro tra vecchie e nuove regole, la discrezionalità degli istituti sugli invii delle comunicazioni e degli autotest, la lentezza del sistema sanitario sui tamponi molecolari. Per non parlare delle tante promesse di semplificazione in attesa perenne del semaforo verde: il fatto che anche alle elementari sia garantita comunque la didattica in presenza agli alunni vaccinati, come avviene per gli studenti più grandi; il via libera del Garante privacy al rientro in classe con tampone negativo senza passare da Asl o medico di base; la consegna delle mascherine FFP2, roba che ormai Godot era un dilettante. L’immane “intreccio“ burocratico fa sì che la scuola in presenza si trovi in panne. Fa sì che i dati di Bianchi suonino quasi stonati per chi tutti i giorni ha a che fare con il caos delle autorizzazioni su più livelli. Fa sì che la giusta missione governativa di tenere aperta la scuola senza se e senza ma (anche per dare un segnale di "cambio di priorità" come voluto da Draghi) non garantisca il risultato sperato se poi non si mettono in campo quelle azioni che consentano davvero di far andare in classe gli studenti. Fa sì che un mezzo lockdown sia solo edulcorato dai buoni principi.