Mercoledì 24 Aprile 2024

La ricerca: a scuola nessun balzo di contagi

ROMA

Nessuna correlazione tra aumento dei contagi e apertura della scuola. Questa è la conclusione a cui arriva uno studio condotto da una squadra di epidemiologi, medici, biologi e statistici tra cui Sara Gandini dello Ieo di Milano.

"Il rischio zero non esiste, ma sulla base dei dati raccolti possiamo affermare che la scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto alle possibilità di contagio", sintetizza l’epidemiologa e biostatistica.

Gli studi analizzano i dati del Miur e li incrocia con quelli delle Ats e della Protezione civile fino a coprire un campione iniziale pari al 97% delle scuole italiane: più di 7,3 milioni di studenti e 770 mila insegnanti.

Nel dettaglio, analizzando i tassi di contagio della popolazione per fasce d’età a partire dai mesi autunnali, l’incidenza di positivi tra gli studenti è inferiore di circa il 40% per le elementari e medie e del 9% per le superiori rispetto a quella della popolazione generale.

A fronte di un elevato numero di test effettuati ogni settimana negli istituti, meno dell’1% dei tamponi eseguiti sono risultati positivi. Infine, alla riapertura delle scuole non è corrisposta una crescita della curva pandemica: i contagi salgono prima di tutto per le classi di età 20-59 anni, come si vede ad esempio chiaramente in Veneto, e solo dopo due o tre settimane tra gli adolescenti. "I ragazzi non possono quindi in nessun modo essere definiti responsabili o motore della curva".

"I numeri dicono che l’impennata dell’epidemia osservata tra ottobre e novembre non può essere imputata all’apertura delle scuole. Di più: la loro chiusura totale o parziale, ad esempio in Lombardia e in Campania, non influisce minimamente sui famigerati indici Kd e Rt".