Mercoledì 24 Aprile 2024

La retromarcia Sanzioni meno severe, no al prezzo medio esposto I benzinai fermano lo sciopero

Il governo ha promesso sostanziali correzioni al decreto trasparenza. Le accise saranno neutralizzate solo se il prezzo della materia prima salirà oltre una certa soglia

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di Claudia Marin

È tregua armata tra governo e benzinai: lo sciopero del 25-26 gennaio è, al momento, "congelato", ma si va verso la revoca. Il tavolo aperto con i gestori e le correzioni al decreto "trasparenza" (con l’eliminazione, per esempio, del cartello da esporre sul prezzo medio) hanno permesso di fermare la macchina della protesta. Resta, invece, improntato alla diffidenza e alla tensione, invece, il clima che si respira nella maggioranza tra i big di Fratelli d’Italia, da un lato, e i vertici di Forza Italia, dall’altro. Tant’è che il capogruppo alla Camera degli azzurri, Alessandro Cattaneo incalza: "Forza Italia non fa polemiche pretestuose, ma proposte serie. Se il prezzo del carburante salirà ancora, siamo pronti ad intervenire grazie proprio ai 25 miliardi di euro che con le scelte fatte dal governo tutto, abbiamo messo da parte nella legge finanziaria".

LO SCIOPERO CONGELATO

Dopo la retromarcia, per ora simbolica, innestata dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia l’altra sera, ieri è stata la volta del primo incontro tra lo stato maggiore delle associazioni dei benzinai (Faib, Fegica, Figisc e Anisa) e il governo rappresentato dai ministri Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso e dal sottosegretario Alfredo Mantovano. I gestori hanno chiesto e ottenuto innanzitutto una sorta di "retromarcia politica" sulle accuse di speculazione mosse dalla fine dello sconto sulle accise. "Abbiamo apprezzato il chiarimento avuto con governo che ripristina una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l’aumento dei prezzi né per le eventuali pretese speculazioni – spiegano dal fronte della mobilitazione - Ora è il momento di lavorare seriamente per restituire efficienza e piena legalità alla rete". Ma, a convincere i benzinai a congelare la protesta è stata principalmente la disponibilità a correggere il decreto "trasparenza". Tant’è che alla revoca dello sciopero, con la convocazione di un tavolo tecnico per il 17 gennaio, si arriva solo con la pubblicazione del provvedimento e la conferma delle garanzie ottenute.

LE CORREZIONI

Nel decreto varato in Cdm il governo ha inserito l’obbligo di esporre nelle stazioni di servizio il prezzo medio quotidiano dei carburanti a tutela dei consumatori e un apparato di sanzioni – fino alla chiusura temporanea – per le violazioni recidive. Dopo l’incontro di ieri, le soluzioni di mediazione riguardano: la possibilità che i benzinai non debbano più esporre il cartello con il prezzo medio, ma che questo possa essere a disposizione dei consumatori su un sito web di servizio; la modifica dei termini delle sanzioni. Anche se questo non impedisce al Ministro Urso di avvisare che sono 4.000 i benzinai che non comunicano al ministero i prezzi giornalieri praticati agli automobilisti e che rischiano la sospensione.

LO SCONTO SULLE ACCISE

A differenza delle indiscrezioni emerse l’altra sera, nel pacchetto non sarà previsto un nuovo meccanismo automatico di intervento sulle accise qualora il prezzo dei carburanti nelle stazioni di servizio tornasse a salire in maniera repentina. Il testo fa riferimento "solo" a una norma contenuta nella legge di bilancio 2008, che consente di abbassare le accise attraverso l’emanazione di un nuovo decreto qualora aumentino le entrate Iva e se il prezzo supera il 2% rispetto alla media del periodo e al valore indicato nel Def. Il banco di prova sulle oscillazioni dei prezzi potrebbe arrivare il 5 febbraio, quando è previsto lo stop all’acquisto di prodotti raffinati provenienti dalla Russia.

MAGGIORANZA TESA

Certo è che le tensioni innescate dal caso accise non si sciolgono né tra maggioranza e opposizione né all’interno della stessa maggioranza. "Siamo infuriati con Forza Italia: è vero. Il partito di Berlusconi deve dirci come e se vuole stare in maggioranza", ha accusato il ministro Francesco Lollobrigida. Ma gli azzurri respingono ogni tipo di accusa. "Reazioni sproporzionate", hanno fatto sapere. "Non chiediamo di tagliare le accise adesso – ha incalzato Giorgio Mulé – ma di tagliarle nella cornice della nuova armonia del sistema fiscale". Tant’è che Cattaneo evoca a stretto giro un nuovo intervento. Mentre Licia Ronzulli ha gettato acqua sul fuoco: "Forza Italia non sta sabotando il governo e continuerà a lavorare per trovare soluzioni efficaci, non solo per arginare l’emergenza ma per varare provvedimenti strutturali, che ovviamente devono rientrare in una prospettiva di legislatura".