Venerdì 26 Aprile 2024

La ministra Roccella "I figli sono ricchezza La sfida del 2023 è rilanciare la natalità"

"Crisi demografica drammatica: bisogna aiutare le donne. Dalla sinistra non mi aspetto aiuti, non sente questo problema. La Boldrini vorrebbe addirittura cambiare la Costituzione..."

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di Claudia Marin

Siamo in pieno "inverno demografico".

Il 2023 potrà essere l’anno di un primo cambio di rotta?

"Sì, la direzione di marcia che fin da subito abbiamo intrapreso diventerà un vero e proprio impegno progettuale", avvisa netta Eugenia Roccella, ministro di primo piano del governo Meloni con le deleghe a Natalità, famiglia e pari opportunità. "Non è la voglia di fare figli che manca, lo dicono tutte le rilevazioni. Ma se il desiderio non si traduce in realtà evidentemente ci sono degli ostacoli, e il compito della politica è rimuoverli. Se una donna vuole diventare madre ma non lo fa, è perché il sistema è troppo penalizzante".

Ministro, avete in programma un Piano strutturale contro il declino delle nascite?

"Abbiamo già iniziato a occuparcene, e superato l’impegno della finanziaria lavoreremo a un grande piano strutturale, aprendo tavoli anche con gli altri ministeri a cominciare da quelli della Salute e del Lavoro. Intendiamo mettere fine allo svantaggio che fin qui ha investito le famiglie e restituire alla maternità il suo grande valore sociale, affinché sia riconosciuto che un figlio che nasce è una ricchezza per tutti".

Si aspetta collaborazione da parte della sinistra?

"Sarebbe già una notizia se la sinistra cominciasse a occuparsene, visto che il tema demografico sembra completamente assente dai grandi dibattiti in corso soprattutto nel Pd. Noi ci siamo posti il problema fin da subito, e ne è prova il nome dato al mio ministero che è un vero e proprio programma politico: famiglia, natalità e pari opportunità. Leggo invece che la Boldrini, ad esempio, vorrebbe modificare la Costituzione nel punto in cui riserva una specifica tutela alla maternità. Se queste sono le premesse…".

È una proposta in nome delle pari opportunità?

"Le pari opportunità esistono perché devono tener conto delle differenze, altrimenti basterebbe parlare di uguaglianza. La maternità ha una sua specificità per ragioni oggettive, a cominciare dalla gravidanza. Se non si riconosce la specificità del materno, con le sue implicazioni anche molto concrete, dalla crisi demografica non si uscirà mai. E invece noi vogliamo uscirne".

Prima del Piano strutturale del 2023, già con la legge di Bilancio vi siete mossi per sostenere la natalità?

"Nella manovra ci siamo posti il problema di dare un segnale rispetto alle ragioni non solo economiche ma anche culturali rispetto a quello che io chiamo ’inferno’ demografico, più che inverno, e che affligge tutto l’Occidente. È una finanziaria decisamente ‘formato famiglia’ e rivolta alla natalità. E, anche su questo fronte, è solo l’inizio".

Che cosa comprende il pacchetto ’famiglia’ della manovra?

"Parliamo di un pacchetto da un miliardo e mezzo, 4 se si considerano anche gli aiuti per il caro bollette. Abbiamo potenziato l’assegno unico: oltre agli aumenti per il primo figlio e dal terzo figlio in poi, abbiamo ottenuto in sede di esame parlamentare anche l’incremento strutturale dell’assegno per le famiglie numerose, da quattro figli in su. Abbiamo ampliato i congedi parentali. Ci sono poi la riduzione dell’Iva sui prodotti della prima infanzia, la decontribuzione per l’assunzione di giovani e donne, i mutui agevolati per i giovani, la carta risparmio e il reddito alimentare. Nelle condizioni date, un messaggio molto potente. E un preludio a riforme strutturali alle quali inizieremo subito a lavorare".

Il 25 novembre, giornata dedicata alla tragedia della violenza contro le donne, avete illuminato di rosso la facciata di Palazzo Chigi proiettando i nomi delle troppe vittime di femminicidio registrate nel 2022. Ve ne siete ricordati in manovra?

"Certamente. Abbiamo non solo rifinanziato ma incrementato le risorse per il Piano nazionale anti-violenza, e su questo punto abbiamo colto anche una disponibilità dell’opposizione per potenziare gli aumenti che già erano stati disposti dal governo. E grazie al contributo parlamentare, in particolare del gruppo di Noi Moderati, abbiamo stanziato fondi per il sostegno economico alle donne vittime di violenza, perché troppo spesso la difficoltà a liberarsi passa anche dalla necessità di un po’ di tempo per rendersi economicamente indipendenti. E ovviamente è solo l’inizio".

Politicamente il percorso accidentato della legge di Bilancio è il segnale di una partenza in salita per il governo Meloni?

"La realtà dice tutt’altro. Il governo Meloni è in carica da soli due mesi. In pieno rodaggio, nel mezzo di una crisi internazionale e di un’emergenza energetica, ha varato una manovra finanziaria. All’inizio della scorsa legislatura di mesi ce ne sono voluti tre solo per averlo, un governo. E poi diciamolo: la legge di Bilancio è un provvedimento ampio e complesso, ogni anno necessita di trattative e aggiustamenti per far quadrare i conti e mediare fra le tante proposte dei ministeri, delle forze parlamentari e dei territori. Negli ultimi anni si è sempre arrivati a ridosso del Natale, con la differenza che stavolta non c’era un anno a disposizione ma solo due mesi. Non solo siamo in piena fisiologia, ma vista la situazione è stato fatto un ottimo lavoro. La manovra ha una visione e traccia una rotta".