Mercoledì 24 Aprile 2024

La generazione sacrificata presenta il conto

Alessandro

Milan

era un’epidemia in corso, certo, ma è bene essere chiari a costo di essere urticanti: ci si è concentrati totalmente a preservare la salute fisica del maggior numero di persone possibili, senza badare troppo al benessere psichico di un’intera generazione. Che ora presenta il conto. E non basterà un bonus psicologo da 600 euro, una sorta di contentino di Stato, a sanare le ferite.

Che fare? A Bologna la questura ha scelto di identificare i ragazzi che il venerdì o il sabato sera vanno per locali. Nessuna schedatura, ma solo prevenzione dicono gli esponenti delle forze dell’ordine. Sarà, sta di fatto che nell’era del Green pass anche per comprare un francobollo, ci mancava solo questa: fornire le generalità prima di andare a bere una birra, perché poi non si sa mai come va a finire la serata. Il metodo funziona, assicura il questore. Probabilmente ha ragione, ma ci siamo posti nell’ottica di un diciottenne che per andare a svagarsi deve dare il proprio nome e cognome alle forze dell’ordine? Che tipo di fiducia riporrà nelle istituzioni se lo si fa crescere in una società che somiglia vagamente a uno Stato di polizia? "Ne usciremo migliori" sembra, a questo punto, il vero pozzo avvelenato che ci lascia in eredità il Covid.

Dovremmo invece offrire più opportunità a questi ragazzi. Facciamogli fare sport senza vincoli, utilizziamo i fondi del Pnrr per creare luoghi di aggregazione che possano gestire da soli e dove possano suonare, incontrarsi, parlare. Lasciamo che si riapproprino della vita. Invece assistiamo al solito teatrino delle soluzioni facili: i muscolari chiedono l’esercito a presidiare le strade e pene esemplari, i cultori della tolleranza ci propinano imprescindibili osservatori sul disagio.

Tempo e pazienza, non ci sono altre ricette. D’altronde, se trascuri un problema a lungo e lo lasci degenerare, non puoi pretendere di risolverlo con la bacchetta magica.