Giovedì 25 Aprile 2024

Presidenziali in Francia, Aubry: "La gauche con Macron? Dovremo turarci il naso"

La pasionaria del partito di Mélenchon: Le Pen pericolo per la democrazia. "Noi la sorpresa, socialisti e comunisti non sono riusciti a convincere il Paese"

Manon Aubry, "oggi in Francia ci sono tre blocchi e due sono di destra"

Manon Aubry, "oggi in Francia ci sono tre blocchi e due sono di destra"

"La vera gauche in Francia siamo noi. C’è un popolo di sinistra che si è svegliato e ha detto no a Macron e a Marine Le Pen". Fiera del suo leader Jean-Luc Mélenchon e del partito La France Insoumise in cui milita, Manon Aubry analizza il voto francese al primo turno delle presidenziali. Trentadue anni, eurodeputata dal 2019, copresidente del gruppo ‘Sinistra unitaria europea’, Manon è celebre per il j’accuse dell’anno scorso contro la Commissione europea che nella battaglia contro il Covid si era "piegata ai diktat di Big Pharma".

Chi ha votato per Mélenchon?

"Il 35% dei giovani, in tutte le principali città. E le fasce popolari delle banlieues e dei territori poveri d’Oltremare, come la Guadalupa e la Martinica. È un elettorato misto che accende le speranze: abbiamo visto arrivare alle urne persone che da tempo avevano perso la voglia di votare. Il 22 per cento ottenuto da Mélenchon è un dato clamoroso, un voto di speranza, la vera sorpresa di queste elezioni".

Un voto di speranza che si basa sul malcontento generale…

"Proprio così. Milioni di persone sono prive di risorse, di alloggi decenti, di lavori non mortificanti. Viene da qui l’ostilità profonda per la coppia Macron-Le Pen. Ma c’è anche un grande entusiasmo per il programma di Mélenchon. Era partito dall’8% ed è arrivato a ridosso di Marine Le Pen! La sua campagna ha funzionato".

È sano per una democrazia che i partiti estremisti ottengano tanti voti?

"Sta di fatto che oggi in Francia ci sono 3 blocchi: l’estrema destra della Le Pen, la destra di Macron e la sinistra di Mélenchon. Questa è la realtà".

Come voterete al secondo turno?

"Consulteremo i militanti per sapere cosa preferiscono".

Gli analisti dicono che il 36% non andrà a votare, il 34% si pronuncerà a favore di Macron e il 30% per Marine Le Pen.

"Non so su quali basi lo dicano. È troppo presto".

Mélenchon ha invitato i suoi a non dare neanche un voto alla Le Pen.

"È ovvio, Marine Le Pen è un pericolo per la democrazia. Ma ognuno farà quel che crede. E stia certo, quelli che voteranno Macron lo faranno controvoglia, turandosi il naso".

È vero che questa è l’ultima campagna elettorale di Mélenchon?

"Lo ha detto lui stesso. Ha 70 anni, a priori sarà l’ultima".

Ma parteciperà alle legislative. Non si ritirerà in campagna come Cincinnato.

"Vedremo. Una cosa è certa: non scomparirà dalla scena politica".

È deluso di non essersi piazzato al secondo posto?

"Forse un po’. Ma non è mai successo che un candidato sia arrivato terzo con tanti voti: 7 milioni e 700 mila! Un vento di speranza si è levato per la gauche".

Che cosa ha provato quando ha visto quel risultato, 22 per cento?

"Una grande gioia. E un sentimento di gratitudine e di ringraziamento per tutti quegli elettori che ci hanno votato. Abbiamo avuto 700mila voti in più rispetto al 2017. È la prova che c’è ancora una sinistra forte in Francia".

Una gauche che ha fagocitato socialisti e comunisti…

"Noi non abbiamo fagocitato nessuno, sono loro che non sono riusciti a convincere, e ne hanno pagato il prezzo. Credo che siamo arrivati alla fine di un ciclo, l’epoca di Mitterrand e Hollande è tramontata".

Oggi la vera sinistra siete voi?

"Siamo noi, è chiaro".

E la vera destra qual è?

"Ce ne sono due: quella di Emmanuel Macron e quella di Marine Le Pen. Noi le combatteremo entrambe".