Venerdì 26 Aprile 2024

La famiglia, il cerchio magico in casa "Un sergente che sapeva farti ridere"

Dall’amata Arianna alla nipotina, affetti forti. La figlia Viktorija: "Niente cellulare a tavola ma poi faceva scherzi da clown"

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di Viviana

Ponchia

La moglie Arianna amata dal primo istante e poi follemente per 27 anni. La figlia Viktorija che sapeva leggere nel suo cuore. La secondogenita Virginia che lo ha fatto diventare nonno. Le donne di Sinisa, il suo cerchio magico, splendide e floreali in una foto estiva, quella dove i maschi di casa (Miroslav, Dusan e Nicholas) – Marko è nato da una precedente relazione – torreggiano protettivi in camicia bianca. Il senso di una famiglia dove circolava un’appartenenza fortissima è tutta in quell’immagine. Sorridono dando le spalle al mare di Sardegna, tranne i ragazzi a cui tocca la parte dei duri.

Ieri tutti assieme, come sempre, hanno firmato nel giorno del dolore la lettera che annuncia "la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare Sinisa Mihajlovic, uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti". La partita è finita, ha vinto la malattia. Quella in cui la primogenita Viktorija, 25 anni, bella come la mamma, si era cacciata dentro scrivendo un libro ("Sinisa, mio padre"): "Davanti al rischio che morisse ho pensato: non ce la farò. Invece ho scoperto che la forza ti esce. E voglio dirlo a tanti che vivono la stessa situazione". Lo ricordava in ospedale dopo il primo ciclo di chemio, 13 in 5 giorni: "Le gambe di colpo secche nei calzoncini, le orecchie che sembravano enormi perché aveva perso i capelli. L’ho abbracciato e non ho sentito la sua stretta". Ricorda il giorno in cui lui li chiamò in Sardegna da Bologna per dare la cattiva notizia: "Mamma, che ha un carattere forte, gli ha detto stai tranquillo, ce la faremo. A me lo hanno comunicato per ultima perché sanno che non controllo le emozioni e ho la fobia degli ospedali. Papà era uno sportivo, giocava a padel tre ore di seguito: era impensabile che stesse male".

Ingiusto, sì. Assurdo vederlo fare "aaah" e lasciarsi imboccare come un bambino all’ora dello sciroppo. "Non poteva essere successo proprio a noi, a lui che ha già sofferto tanto, cresciuto povero e sotto le bombe in Serbia. La parola leucemia per me significava morte certa. Ho urlato, spaccato tutto. Desideravo solo essere figlia unica perché pensavo fosse un dolore troppo grande per i miei fratelli". Dall’Isola dei famosi era passata a Psicologia: "Se studi, papà farà tutto per te", le aveva detto lui. In casa lo chiamavano "il sergente Sinisa". Quello che a tavola si deve finire tutto e non si guarda il cellulare, che va a parlare col preside e mette in punizione la figlia ribelle, il suo amore. Ma era anche buffo, il sergente: "Faceva il clown, cadeva a terra e ci lanciava un calzino. Siamo stati in conflitto quando era adolescente ma la mia psicologa ha detto che non mi innamoro mai perché faccio confronti impossibili con papà".

Era il 13 luglio 2019 quando Sinisa in conferenza stampa annuncia di essere malato di leucemia mieloide acuta: "Ho passato due giorni a piangere. Rispetto la malattia, la guarderò negli occhi e vincerò questa sfida. A marzo il nuovo dramma: "La leucemia è tornata. È coraggiosa ad affrontarmi ancora. Se non è bastata la prima lezione, gliene darò un’altra". La moglie Arianna Rapaccioni, ex ballerina e showgirl, sempre in prima fila con gli occhi asciutti. Era bastato un incontro nel ‘95: "È arrivato e mi ha stroncato la carriera, ho lasciato Luna Park a metà anno, nel ’96 ci siamo sposati. Ci siamo innamorati subito, ci siamo guardati e non ci siamo staccati più". Lui diceva di doverle tutto: "Il primo mese insieme non l’ho neanche sfiorata con un dito. Non volevo pensasse che stessi con lei solo per il sesso. Se non ci fosse stata non ce l’avrei fatta". Il desiderio più grande del sergente era di guarire per lei e per i figli. Lo ha tenuto in vita l’amore, alla fine nemmeno quello è bastato.