Mercoledì 24 Aprile 2024

La donna che salva i bimbi maledetti. "Dicono che sono streghe e li torturano"

La danese Anja Ringgren Lovén e le 100 missioni in Africa: "Vado a prenderli per strada e do loro un futuro"

Anja Ringgren Lovén nella foto simbolo, scattata mentre soccorre il piccolo Hope

Anja Ringgren Lovén nella foto simbolo, scattata mentre soccorre il piccolo Hope

Il raccolto andato male, un lutto improvviso in famiglia, l’infertilità. O anche la perdita del lavoro, quando, nelle zone più povere della Nigeria, si ha la fortuna di averne uno. Un motivo vale l’altro, il capro espiatorio è sempre lo stesso: il bambino. Il più debole della famiglia, il più facile da colpire. Fino a cacciarlo di casa, torturarlo, ucciderlo. Secondo dati Unicef, ogni anno, sono almeno 15mila i bambini nigeriani accusati di essere ’streghe’ e chiamati ’skolombo’. E, per questo motivo, perseguitati o gettati in mezzo alla strada, dove non avranno alcuna possibilità di sopravvivenza. La stessa Unicef spiega che le vittime hanno tra i 4 e i 6 anni. Sono vulnerabili, con disabilità fisiche o affetti da malattie o disturbi come l’epilessia. Ma a volte, per essere marchiati, basta essere solo pigri o indisciplinati. Quelli più fortunati vengono messi alla porta. Altri, persino neonati, in particolare nelle regioni sud-orientali di Akwa Ibom e Cross Rivers, vengono torturati: chiodi piantati in testa, costretti a bere cemento, sfregiati con l’acido, bruciati vivi.

Anja Ringgren Lovén, 43 anni, danese, operatrice umanitaria, dal 2012 dirige 'Land of Hope', casa-famiglia da lei fondata e che, oggi, accoglie e cresce 85 bambini. Ringgren Lovén è la donna che salva dalla strada i bimbi accusati di essere ’streghe’. Nel 2016, la foto di lei accovacciata mentre dà da bere a un piccolo tutto nudo, coperto di polvere e ridotto a uno scheletro, fece il giro del mondo. Quel bimbo, chiamato Hope, oggi ha 9 anni e un futuro davanti a sé.

Quell’immagine colpì come un pugno nello stomaco. Cosa accadde quel giorno?

"Prima di Hope avevo già salvato più di 50 bambini, quindi sapevo già cosa fare. Ma mai me ne ero trovata davanti uno in condizioni così critiche. Pensai a mio figlio, che ha la stessa età. Ma quando sono in missione non posso farmi sopraffare dalle emozioni, metterei a rischio la mia sicurezza e quella del piccolo che va portato fuori dal villaggio il prima possibile".

In che condizioni era Hope?

"Lo presi tra le braccia, pesava appena tre chili. All’ospedale ci dissero che aveva gli organi compromessi e quasi nessuna possibilità di sopravvivenza. L’ho chiamato Hope, Speranza. Perché Speranza significa aiutare almeno un bambino al giorno. Oggi Hope è sano, va a scuola e ama studiare. La sua passione è la pittura. È il nostro piccolo Picasso".

Hope venne cacciato dalla famiglia con l’accusa di essere una ’strega’. Perché in Nigeria esiste ancora questa pratica aberrante?

"Le accuse di stregoneria verso i bambini sono un problema crescente in molti Paesi africani, specialmente in Nigeria. Le cause possono essere diverse. Secondo le credenze tradizionali africane, tutto ha una causa soprannaturale. La stigmatizzazione dei bambini come streghe è un fenomeno relativamente recente nella regione del delta del Niger, esploso negli anni ’90. Prima di allora, erano le donne anziane i principali bersagli delle accuse di stregoneria".

Qual è il destino dei piccoli?

"Una volta che un bambino è stato tacciato di stregoneria, non ha futuro. Sarà emarginato dalla comunità e vivrà una vita per strada in condizioni di estrema povertà, sarà maltrattato e picchiato. La maggior parte di loro viene uccisa".

Quanto è diffuso l’abbandono?

"Il codice penale nigeriano proibisce di accusare, o addirittura di minacciare di accusare, qualcuno di essere una strega. E il Child Rights Act del 2003 rende un reato sottoporre qualsiasi bambino a tortura fisica o emotiva, o a qualsiasi trattamento inumano o degradante. Tuttavia, mentre questo atto legislativo è stato emanato a livello nazionale, solo tre quarti delle regioni della Nigeria l’hanno adottato, e soltanto uno ha previsto sanzioni: chi marchia qualcuno di stregoneria rischia fino a 10 anni di carcere. Ma la legge non viene applicata e, dopo la pandemia, pastori e stregoni affermano che sono i bambini ’streghe’ ad avere scatenato il Coronavirus. Quindi le accuse di stregoneria sono di nuovo aumentate".

Come opera 'Land of Hope', la casa-famiglia che lei gestisce con suo marito?

"David, io e il nostro team salviamo piccoli innocenti dall’esclusione, dalla tortura e dalla morte. Con mio marito abbiamo portato a termine oltre 100 missioni di soccorso per un decennio e, assieme alle nostre attività di sensibilizzazione nelle aree più arretrate, abbiamo costruito un legame con gli abitanti dei villaggi".

Come ci siete riusciti?

"Queste aree erano estremamente ostili e gli abitanti molto superstiziosi. Grazie alla nostra presenza, alla fiducia che abbiamo instaurato e alle attività create, sono ora più tolleranti. Ciò fa sì che i locali ci contattino quando vengono a sapere di bambini torturati, allontanati o uccisi perché accusati di stregoneria. ’Land of Hope’ (www.landofhope.global) garantisce cura, protezione ed educazione. Crediamo che l’istruzione sia l’arma più efficace nella battaglia contro la superstizione. Tutti i nostri bimbi vanno a scuola".

I bambini ricordano l’esperienza dell’abbandono? Potranno superare il trauma?

"La resilienza e la forza nei bambini africani sono potenti. Spesso mi viene chiesto della loro salute mentale e se potranno mai avere una vita normale. La risposta è sì. Sono molto vulnerabili essendo nati in comunità disagiate, caratterizzate da povertà estrema, criminalità e problemi familiari. Ma la resilienza può aiutarli a superare questi ostacoli, in particolare durante la transizione dall’adolescenza alla giovane età adulta".