Giovedì 25 Aprile 2024

La decisione della preside Vietate le unghie finte in classe "Sono pericolose per la salute"

La circolare firmata dalla dirigente scolastica di un liceo: niente ricostruzioni col gel "Sotto i 18 anni meglio evitarle, inoltre con dita così affilate si rovinano i fogli nelle verifiche"

di Viviana

Ponchia

Una volta a scuola si mangiavano e basta. Per nervosismo, ansia, noia. Nessuno ha mai avuto niente da ridire. Accanirsi sulle proprie unghie era un tormento accettato come l’acne, con il vantaggio che una mano la si può sempre nascondere in tasca. I maschi hanno continuato l’opera di demolizione compensatoria, dilatando in certi casi il tic nell’età adulta per poi andare a piangere da un’estetista compiacente. Le ragazze no. Ipnotizzate da Tik Tok, dalle commesse e dalle stesse madri, che magari rinunciano alla ceretta ma non a una manicure decente, hanno cominciato a tenere in grande considerazione le loro estremità superiori facendone di tutti i colori. Oggi è raro trovare una quindicenne che non abbia già chiesto la sua prima ricostruzione: a punta, con i bordi squadrati, tempestata di glitter, abbagliante come un gioiello, resistente al morso di un rottweiler.

Ma è forse la prima volta che le mani diventano una questione di dress code scolastico, addirittura di incolumità collettiva. Indecenti come una minigonna, letali come una spada. La preside dell’istituto Tallone di Alpignano, in provincia di Torino, apre la crociata contro le unghie finte chiamando in causa il buongusto, la scienza e la pericolosità sociale. La professoressa Silvana Andretta le mette al bando ricordando sul registro elettronico che il regolamento di istituto prevede di indossare un abbigliamento semplice e adeguato all’ambiente scolastico. Può essere definita semplice una lancia fucsia che spunta dalla manica? Adeguato l’artiglio acrilico con il teschio? Ma non è solo questione di apparenza, non stiamo parlando di una minigonna o dei jeans strappati. "Tanti esperti – continua la circolare - sconsigliano la ricostruzione sotto i 18 anni". Vero. Il gel prima di una certa età potrebbe influire sulla produzione della cheratina. Un azzardo come il fumo, il Negroni. A quell’età basta niente per venire su storti.

La dirigente scolastica però guarda oltre: "Abbiamo notato in tante nostre alunne un’eccessiva lunghezza, cosa che può anche inficiare la valutazione sui compiti che svolgono in classe. Se bisogna lavorare su una tavola da disegno e l’elaborato viene graffiato dal materiale sintetico dell’unghia è chiaro che il voto finale rischia di essere più basso e di vanificare l’impegno profuso". E qui saranno le estetiste o le madri che emulano Lady Gaga ad avere i primi dubbi: l’unghia finta oltre un certo limite sarà scomoda, brutta e nemica della cheratina. Ma non graffia, provare per credere. O comunque graffia meno di un moncherino sbrecciato. L’ultima considerazione, nella sua genuina apprensione per la sicurezza degli studenti, ha qualcosa di comico: "Sono adolescenti e spesso si salutano abbracciandosi: il materiale usato per le unghie finte è molto resistente e rischia di provocare un infortunio al vicino di banco".

Non sono mai stati segnalati casi di ferimento dovuti alla "french", a scuola o altrove, ma tutto è possibile. Anche che le ragazze tornino in piazza a gridare: perché sempre noi? Qui parla la cronaca. Il dress code riguarderà anche i maschi, invitati a tirarsi su i pantaloni per nascondere le mutande, ma nel mirino finiscono sempre le loro compagne. Come la studentessa di Cosenza entrata in classe con i jeans strappati, ricoperti dalla vicepreside con pezzi di scotch. O l’altra, romana, che per colpa di un abbigliamento inadeguato si è presa della "zoccoletta" su Facebook da un docente genovese in vena di predica. Le braccia, le gambe, il sedere. Delle donne. Mancavano giusto le unghie.