Mercoledì 24 Aprile 2024

Julia Ituma, l’amica Virginia Adriano: “Avrei dovuto capirti di più. So che lì sei felice”

Sara Bonifacio, compagna alla Igor Novara: “Penso sia un po’ colpa di tutto e tutti. Viviamo in un mondo dove le debolezze non sono accettate. Mai”

Julia Ituma insieme all'amica Virginia Adriano

Julia Ituma insieme all'amica Virginia Adriano

Roma, 17 aprile 2023 - In attesa dei funerali che si terranno martedì alle 11 alla Bovisasca, nella zona nord di Milano, Julia Ituma continua a essere ricordata nei post social di compagne e amiche che con lei hanno condiviso il purtroppo breve percorso di vita nel mondo della pallavolo.

Fra queste c'è Virginia Adriano, pallavolista del Club Italia, che su Instagram ha scritto una lunga lettera all'amica scomparsa giovedì scorso a Istanbul. "Mi manchi. Vorrei averti stretto più forte l’ultima volta che ti ho abbracciata - ha scritto su Instagram Virginia Adriano -. Vorrei che fosse meno lontana. L’ultima volta che ti ho abbracciata. Vorrei poterla ricordare quando chiudo gli occhi e ti penso. L’ultima volta che ti ho stretta tra le mie braccia. La vorrei ricordare. Nitida come ricordo i tuoi occhi e il colore della tua pelle. Come ricordo il tuo profumo. Mi piaceva tanto sentire il tuo profumo. Quando mi abbracciavi. Perché anche se non era una cosa tua. Anche tu mi abbracciavi. Non so se ti piacesse. Se tu abbia mai voluto farlo. Ora non lo so. Non lo so più. Se ti conosco. Forse non l’ho mai fatto abbastanza. Non ti ho mai conosciuta abbastanza. Non ti ho mai ascoltata abbastanza. Non ti ho mai capita abbastanza. Abbastanza. Tante cose. Forse non le ho fatte abbastanza. Che brutta parola abbastanza. Significa che c’è qualcosa che manca. Qualcosa che ci sarebbe dovuto essere. Di più. Forse avrei dovuto chiamarti, di più. Forse avrei dovuto stare sotto la pioggia con te, di più. Forse avrei dovuto chiederti se ti piaceva il colore del cielo al tramonto, di più. Forse avrei dovuto imparare a guardarti. Non solo vederti. Forse avrei dovuto chiederti come stessi, di più. Avrei dovuto capirti, di più. Avrei dovuto intuire. Senza forse. I Forse vanno solo per le piccole cose. Quelle grandi o sono o non sono. Le tue erano tutte cose grandi. Lo erano. Erano cose enormi e importanti. Non erano mediocri o trascurabili. Forse un po’ nascoste o per lo meno offuscate. Ma avrei dovuto capirle. Me ne sarei dovuta accorgere. È questo che fanno gli amici. Quando stanno male. Si aiutano. Vero? È così che va fatto. Si capiscono. Perché si parlano. Tu parlavi poco. Di te. Parlavi tanto dell’amore. Tanto del futuro. Delle insicurezze. Delle scelte. Delle occasioni. Degli errori. Dei problemi. Di quelli della vita. Di quelli degli altri. Dei tuoi? Poco. Mai abbastanza. Di nuovo. Questa parola".

Poi la seconda parte della lettera di Virginia Adriano all'amica Julia Ituma: "Credo che dirti più spesso che mi mancavi fosse la cosa migliore. La cosa giusta da fare. La cosa che non ho fatto abbastanza. Ho sbagliato. A non venirti incontro anche quando eri tu a dovermi chiedere scusa. Ho sbagliato. Ad aspettare che quella volta fossi tu a risolvere le cose. Ho sbagliato. A sperare ogni giorno dopo quel 18 settembre che saresti venuta tu da me. Il 18 settembre hai preso un treno e te ne sei andata dicendomi che eri stanca. Il 18 settembre mi sono arrabbiata. E ho sbagliato. A non accorgermi che qualcosa non andava bene. Ho sbagliato. A non dirti che non mi importava. E che anche quella volta ti avrei perdonata. Ho sbagliato. Ad aspettare te. E non pensare che l’avrei rimpianto per tutta la vita. Ho sbagliato. Perché sarei dovuta venire. Perché ti pensavo tutti i giorni. E mi mancavi… se mi mancavi. Però non sapevo. Non credevo che il 18 settembre sarebbe stato il nostro ultimo incontro. Non sapevo sarebbe stata l’ultima volta che ti avrei abbracciata. Vorrei averti stretto più forte. L’ultima volta che ti ho abbracciata. Ma non mi dimenticherò di farlo quando ti rivedrò. Ti abbraccerò. Fortissimo. Piangerò quando ti rivedrò. Ma ora sorrido. Perché so che sei felice. Lì sei felice. Perché qui non lo eri. E hai preferito andare lì. Ma se lì sei felice abbastanza, allora va bene così. Se lì sei felice e sorridi. Allora sorrido anche io qui. E mi ricordo di te quando qui sorridevi anche tu. Ti amo. Tua, Neve".

Il post della compagna Sara Bonifacio

"Il dolore che provo mi svuota ma allo stesso tempo mi pare poco se paragonato a ciò che ti affliggeva dentro. Sento mille voci intorno a me dire: 'Non è colpa di nessuno', ma non credo sia cosi...penso sia un po' colpa di tutto e di tutti". Queste alcune delle parole usate su Instagram da Sara Bonifacio, compagna di squadra di Julia Ituma nella Igor Gorgonzola Novara. "Viviamo in un mondo fatto di persone che si convincono a dover essere forti, un mondo dove le debolezze non sono accettate, MAI, ed essere fragili è quasi una vergogna - prosegue Bonifacio su Instagram -. Un mondo che ti spinge a rialzarti ancor prima di cadere, in cui chiunque ti invita a chiedere aiuto, ma poi nessuno ha realmente orecchie per ascoltare.... Chi decide chi è forte e chi no? Perché è così importante? Non lo è. Non è importante. TU eri e sei importante, mi dispiace immensamente non avertelo ricordato".

"Voglio sedermi a riflettere su di te, su di me, su cosa valga realmente e vorrei che lo facessero tutti, un esame di coscienza reale per capire se come agiamo nei confronti degli altri ogni giorno sia degno della vita che ci è stata data. Spero solo - conclude il post - che tu ora sia libera di trovare la pace e spero che noi tutti impareremo a fare più attenzione alle persone che incontriamo sul nostro cammino. Mi mancherai Tituz e mi devi una serata".