Venerdì 26 Aprile 2024

Italia vs Francia Va in scena un film già visto

Paolo

Giacomin

Una guerra in corso, inflazione da choc energetico anni ’70, bollette alle stelle, famiglie e imprese alle stalle, ma a impantanare i Paesi europei in una surreale crisi diplomatica ad alta intensità è la ricollocazione dei migranti. Il problema esiste, per carità, ma le priorità sono discutibili quanto i toni sopra le righe delle reazioni francesi alle parole e alle azioni italiane. Non le migliori, queste ultime, ma neppure peggiori di molte scelte di altri Paesi europei, a cominciare dalla Francia. Ripasso: estate 2015, Matteo Renzi a Palazzo Chigi, François Hollande all’Eliseo: Parigi blocca gli ingressi alla frontiera franco-italiana tra Ventimiglia e Mentone. In sette giorni, dirà il prefetto francese Adolphe Colrat, nelle Alpi Marittime vengono rispediti nel nostro Paese oltre mille persone. Oggi, siamo allo stesso punto. Primavera 2018, Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, Emmanuel Macron all’Eliseo: la polizia francese fa irruzione, a Bardonecchia, territorio italiano, scortando un profugo in un centro migranti. Poi ci sarebbe la politica francese applicata, negli anni, a Calais, dove i migranti tentano la traversata verso la Gran Bretagna. Certo, le prove muscolari servono a poco, a Parigi, come a Roma, e, arrivati a questo punto, tutto ciò che può disinnescare una tensione inutile, dovrebbe essere benvenuto. Se poi l’Unione europea, la bella addormentata alle frontiere, riuscisse a prendere di petto un tema dilaniante come quello delle migrazioni, senza reagire solo nelle emergenze – vere o presunte – sarebbe buona cosa. Speranza scarsa. "Va ricordato – lo ha fatto Emma Bonino – che la via d’uscita è quella che viene sistematicamente bloccata, perché gli Stati membri non hanno mai dato la competenza sull’immigrazione alla commissione Ue. Non è previsto neppure dal Trattato di Lisbona". Nel pasticcio che si è creato, insomma, non ci sono immacolati che possano rilasciare patenti di umanità.