Venerdì 26 Aprile 2024

Mario Capanna: "Io, la rivoluzione, il sesso e la zappa. E la mia ultima utopia"

Lo storico leader del Sessantotto racconta la sua vita e i progetti per il futuro: sogno un unico Presidente dell’Umanità. "Mi sono messo a produrre olio dopo il crollo del Muro di Berlino. Concordo con Sant’Agostino: ama e fa’ ciò che vuoi"

Mario Capanna

Mario Capanna

"Guardi, sia chiaro: mica mi offendo". Ride Mario Capanna, classe 1945, scrittore, ulivicoltore, già leader del Sessantotto, già politico di prima fascia negli anni Settanta e Ottanta con quei ragazzacci di Democrazia proletaria in Italia e in Europa, ambientalista della prima ora e molto altro. Ora, questo ragazzo di 76 anni ne combina un’altra: vuol portare avanti il progetto di un Parlamento mondiale. L’utopista non la smette.

"Certo che no – attacca – . E se mi date dell’utopista sono contento. Perché l’utopia è fondamentale".

Ma che cos’è il Parlamento mondiale?

"Un’assise che i popoli non hanno mai avuto. La Società delle Nazioni fallì, portandoci alla Seconda guerra mondiale. L’Onu sta fallendo, con i suoi cinque membri permanenti – Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti – che tollerano un presente ormai arrivato a un vicolo cieco: si pensi all’ambiente. O alla ricchezza, detenuta dall’1 per cento della popolazione mondiale".

E da chi sarebbe composto questo Parlamento mondiale?

"Mille membri, un eletto ogni 7 milioni e mezzo di abitanti della Terra. Dura in carica 5 anni ed elegge il suo presidente, che diviene il Presidente dell’Umanità e...".

Perdoni l’interruzione: e le nazioni chi le guida?

"Ma mica penso di abolire i Parlamenti nazionali! Quelli restano e gestiscono i problemi interni. Mentre il Parlamento mondiale delibera sulla pace, il disarmo, la salvaguardia dell’ecosistema, la lotta alla fame, l’incremento dei beni comuni...".

Per carità, Capanna, si fermi. Ma ci crede davvero?

"Non ho paura. Le utopie hanno sempre anticipato le rivoluzioni mondiali. Si pensi solo alla Francia del 1789".

Ci siamo: la parola rivoluzione entra sempre nei suoi discorsi. Utopista e nostalgico del Sessantotto, di quelli che ha definito "anni formidabili"...

"Nostalgico io? Ah ah ah, ora mi ripiglia la ridarella. Mai stato un retrovoltato. Non perdo la memoria storica, questo sì. Ma vivo nel presente".

Dove il concetto di sinistra vacilla o addirittura non c’è più.

"Non è affatto vero. Io credo molto alla distinzione tra destra e sinistra. È di sinistra chiunque combatte la sopraffazione. Di destra chi favorisce xenofobia e prepotenza".

Non si sente un po’, diciamo così, schematico?

"Allora vuol dire che non mi sono spiegato. Ci riprovo, prendendo spunto dal Sessantotto. Dicevamo, urlavamo che la guerra contro il Vietnam era una vergogna? E infatti lo era. Il Vietnam ha vinto e quindi abbiamo vinto noi. Dicevamo, urlavamo che la logica del profitto uccide? Oggi Papa Francesco lo afferma chiaramente. E poi, tutte le conquiste in Italia: dallo Statuto dei lavoratori al divorzio, dalla sanità all’interruzione di gravidanza: chi ha avuto ragione? Da allora sappiamo che cambiare il mondo è possibile".

Ma oggi nessuno milita più come 53 anni fa.

"Falso. Solo in Italia il volontariato conta 7 milioni di persone. Giovani di oggi e di ieri".

Come lei...

"Certo, e come il mio compagno di lotte a Milano nel Sessantotto, Gino Strada".

Buttiamola sul pratico: dica che cosa esiste a sinistra del Pd.

"Non è quello il punto. Al contenitore ci pensiamo dopo. Ora occorre reinventare la sinistra, magari proprio con proposte tipo il Parlamento mondiale. Che occasione sarebbe per il Pd e i 5 Stelle adottarla, farla propria!".

Parliamo di qualche anno dopo il Sessantotto: 1992-1994, arriva Mani Pulite e cambia la storia d’Italia.

"Vero. Per un motivo. La politica cede lo scettro della progettualità del futuro alla finanza. Diventa ancillare, non determina più le scelte, segue ed e-segue i diktat dei potentati economici".

Sembra di ascoltare il Papa sulla dittatura della finanza.

"Infatti, a parte alcuni tratti di conservatorismo, a me piace molto Bergoglio. Di più: per le grandi questioni lo considero mio fratello. E poi, a mo’ di battuta, nel 2017 io scrissi Noi tutti, il Papa, nel 2020, Fratelli tutti. Un segno... scherzo, chiaro?".

Lei scrisse anche un libro su Arafat. Pentito?

"Allora è una fissazione. Ho amato Arafat come pochi. Bel risultato hanno ottenuto gli israeliani calpestando gli accordi di Oslo. I palestinesi, i più sinceramente e genuinamente laici del Medio Oriente, ora sono ostaggio dei fondamentalisti. Arafat era un grande, altro che chiacchiere".

Oltre che politico lei è un intellettuale pop. L’hanno vista persino al festival di Sanremo.

"Che bellezza. Che divertimento. Era il 1995. Sul palco cantarono David Riondino e Sabina Guzzanti. Io, Sandro Curzi, Nichi Vendola, Antonio Ricci, Daria Bignardi, Bruno Voglino, Remo Remotti eravamo di contorno. C’era anche il grande fumettista Milo Manara che disegnava ritratti in diretta".

E la canzone?

"Forse non era granché. Arrivò penultima".

Poi si è messo a fare l’olio. Molto pop...

"No, basta con questo pop. Diciamo che c’è un aspetto politico anche in questo caso. Dunque: nel 1989 cade il Muro. Fine del comunismo reale. E Mario Capanna pianta un uliveto. L’ulivo non muore mai, è simbolo di pace e longevità. Ha una propensione alla vita incredibile. Che io ho studiato. Arrivando a produrre un olio che è stato premiato tantissime volte: a Firenze, a Palermo, addirittura a Tokyo. Si tratta delle selezione Borgiona, Alta Valle del Tevere. E il suo Dna, certificato dal Cnr, dimostra che non ha eguali in nessun’altra parte del mondo. Non è essere pop, ma essere diffidente verso quei politici che non conoscono la vanga e la zappa e non sanno guidare un trattore".

Non ha eguali nemmeno che uno scriva un saggio filosofico per dimostrare che si possono avere rapporti sessuali pre-matrimoniali...

"Era il 1967. Scrissi 70 cartelle per dimostrarlo alla mia ragazza. E non crediate fosse facile partire da Sant’Agostino per passare a San Tommaso a Aristotele... E poi eravamo alla Cattolica. Insomma, non l’ambiente ideale per far capire che non c’è vera conoscenza senza fare sesso...".

Insomma, "ama e fa’ ciò che vuoi".

"Certo perché se ami veramente non puoi fare schifezze. Ce lo insegna Sant’Agostino, no?".