Giovedì 25 Aprile 2024

In fuga l’avversaria di Lukashenko "Adesso ho paura per i miei figli"

Abbandona Minsk e si rifugia in Lituania. Invita i suoi sostenitori alla calma: niente spargimenti di sangue.

di Alessandro Farruggia

Dura repressione poliziesca della manifestazioni di piazza, la leader dell’opposizione ’convinta’ ad espatriare in Lituania, il regime che si chiude a riccio bloccando Internet sui telefonini per cercare di arginare la protesta mentre l’Europa definisce le elezioni "né libere né eque" e valuta sanzioni. La Bielorussia conta 2.500 arresti, oltre cento feriti, un morto ed è tuttora in fermento con manifestazioni nelle maggiori città del Paese. Dopo la contestata rielezione con percentuali bulgare del presidente Aleksandr Lukashenko – da 26 anni al potere – Minsk è al terzo giorno di proteste.

Il Paese si è risvegliato ieri con la notizia che la leader dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya aveva scelto di fuggire in Lituania. Una ’fuga’ in realtà alla quale è stata presumibilmente costretta dal regime e che ha spiegato in due video pubblicati su un canale Telegram vicino al governo. "La decisione di lasciare il Paese – dice la pasionaria dell’opposizione entrata in politica dopo l’arresto del marito, noto blogger – è stata la più difficile e l’ho presa autonomamente: non ho permesso né agli amici, né ai compagni, né addirittura a Serghei (mio marito) di influenzarmi. So che molti mi capiranno, molti mi giudicheranno, molti mi odieranno. Ma non auguro a nessuno di dover affrontare la scelta che ho dovuto fare io. I figli sono la cosa più importante che abbiamo".

Nel secondo video Svetlana, visibilmente provata, legge un testo scritto, senza mai guardare in camera. "Vi chiedo – dice ai suoi supporter – di essere prudenti e di rispettare la legge. Non voglio spargimenti di sangue e violenza. Vi chiedo di evitare il confronto con la polizia, di non scendere in piazza in modo che le vostre vite non siano messe a rischio. Nessuna vita umana deve essere persa". Maria Kolesnikova, rappresentante della campagna elettorale di Viktor Babaliko, candidato escluso, ha rivelato il retroscena dei video. "Lunedì intorno alle 16 – ha detto – io, Svetlana e i nostri avvocati siano andati alla commissione elettorale per presentare ricorso contro le elezioni di domenica. Hanno fatto entrare solo lei e il suo legale. Poi l’hanno isolata e tenuta per tre ore con due alti ufficiali. L’avvocato mi ha poi rivelato di aver visto persone che portavano attrezzature video all’interno. Il messaggio è stato registrato mentre era prigioniera, ed è stata poi costretta a lasciare il Paese per proteggere i figli e il marito".

Anche il governo lituano, nel confermare che l’oppositrice era al sicuro, ha detto che il video era stato registrato "prima dell’arrivo in Lituania". "Al 100% – ha osservato il leader dell’opposizione russa Alexey Navalny – il messaggio è stato registrato sotto coercizione. Manca soltanto la lama del coltello alla gola. Ma non sarei sorpreso se fosse la gola del marito. È un messaggio di un ostaggio".

L’Ue ha definito le elezioni presidenziali in Bielorussia "né libere né eque" e ha minacciato di "adottare sanzioni contro i responsabili delle violenze, gli arresti ingiustificati e la falsificazione dei risultati elettorali". I ministri degli esteri di Polonia, Lituania e Ucraina si sono offerti come mediatori. Molto più morbida l’Italia. La Farnesina esprime in una nota "profonda preoccupazione per la compressione dei principali diritti civili e delle fondamentali libertà democratiche" e cortesemente "invita le autorità di Minsk ad avviare al più presto un dialogo con le opposizioni". Una posizione che Lukashenko gradirà molto.