di Alessandro Farruggia In Ucraina anche i cristiani sono uno contro l’altro. Ortodossi del patriarcato di Mosca contro greco-cattolici e ortodossi della Chiesa ucraina. E dopo il ritrovamento nella chiesa ortodossa dell’ascensione nel villaggio di Lushahivka, vicino Chernihiv, di molti corpi di civili che erano stati torturati, uccisi e poi bruciati l’accusa neanche tanto velata dell’arcivescovo greco cattolico di Kiev è che la Chiesa ortodossa filorussa abbia tollerato i crimini delle truppe di Mosca, voltandosi dall’altra parte. Che la tensione tra confessioni sia alta è un fatto. Mentre il Papa invoca "la tregua pasquale", il patriarca ortodosso di Mosca, Kirill, conferma il suo sostegno alla guerra di Putin. Nel momento in cui si valuta la possibilità di un viaggio a Kiev di Francesco, le posizioni fra i due leader cristiani sul conflitto ucraino sono sempre più distanti. Nella messa in San Pietro il Pontefice, con riferimento alla guerra, ha parlato di "Cristo ancora una volta inchiodato alla croce", mentre dalla Russia Kirill ha invocato "l’unità dei russi anche attorno al potere". Chiese contro. A far alzare i toni anche quanto le truppe ucraine hanno ritrovato nella chiesa dell’ascensione del piccolo villaggio – 288 abitanti – di Lushahivka, vicino Chernikov. Qui sono stati trovati i resti di decine di civili che, hanno raccontato i sopravvissuti – come Irina e Nikita Horbonos, Olla Holbka e Alexiei Pavliuk – , "sono stati portati via, torturati e uccisi dai russi, che avevano trasformato la chiesa nella loro base". Un luogo di culto trasformato in un inferno. Dal 9 marzo e per 21 giorni il villaggio è stato occupato dalle truppe di Mosca del battaglione ribattezzato ’Titan’ dal nome del suo spietato comandante, che si sono accanite sulla popolazione sia per le strade del viaggio che nella chiesa. Dove era il pope ortodosso? Si è voltato ...
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