Venerdì 26 Aprile 2024

Il teorema di Mosca "Dugina uccisa da una 007 di Kiev" Ma nessuno ci crede

Il Cremlino diffonde un filmato: ecco la colpevole, fuggita in Estonia. Analisti scettici: "Racconto buono per la sceneggiatura di un film"

Migration

di Beppe

Boni

Le fiamme si sono spente e si è alzata la nebbia, fitta, impenetrabile. Una vortice di versioni e accuse che avvolge l’attentato con l’autobomba nel quale a Mosca è rimasta uccisa l’analista di ultranazionalista Darya Dugina, figlia dell’ideologo vicino a Putin, Alexander Dugin, il nazionalboscevico che teorizza la giusta causa dell’aggressione all’Ucraina. Versioni che si mischiano con sospetti di disinformazione. Il mistero dopo 48 ore è ancora scuro come la notte. I servizi segreti russi dell’Fsb dopo le prime 36 ore di silenzio hanno diffuso un video e una versione: l’attentatrice è donna come la vittima, si chiama Natalia Vovk, ucraina di 43 anni, vicina al battaglione Azov. Gli analisiti italiani sono scettici, a Kiev alzano le spalle per una versione troppo precisa e frettolosa, ritenuta buona per la propaganda. La donna (sempre versione di Mosca) è entrata in Russia il 23 luglio con valige, figlia di 12 anni e un gatto, ha preso in affitto un appartamento nello stesso palazzo dove abitava Daria Dugina. Poi viene ripresa dalle telecamere mentre passa il confine con la Lettonia alle 12.02 del 21 agosto a bomba esplosa. L’auto viene perquisita e lasciata passare. Fuga riuscita.

Tutto così facile? S. A. un civile ucraino, capo di una delle milizie civili che a Leopoli affiancano l’esercito di Kiev ride dall’altra parte del telefono: "Tutti qui ne sono sicuri. Noi ucraini non c’entriamo, la Russia come sempre diffonde menzogne e ci accusa di terrorismo. La verità è che c’è un crescente fronte interno di opposizione a Putin". Anna Zafesova, analista italiana profonda conoscitrice del pianeta Russia: "Racconto buono per la sceneggiatura di un film con una donna accusata di essere vicina al battaglione Azov che ha ucciso una donna, opinionista e conosciuta. E guarda caso i russi stanno per processare i soldati di Azov catturati". Dall’Estonia intanto arriva una bordata: nessuna richiesta di estradizione da Mosca per la presunta bombarola. "È solo una provocazione". Ricostruzioni ufficiali incrociate, ma impossibili da verificare. Certo è che gli ucraini cercano di alimentare una fronda interna anti Putin che si agita sullo sfondo bellico e che potrebbe aver avuto un ruolo nell’attentato. "Gli ucraini potenzialmente sono in grado di colpire anche in Russia – dice Marco Di Liddo, capo desk Russia del Cesi –, ma se agiscono direttamente preferiscono, come già successo, colpire depositi di munizioni o di carburante. Fornire certezze è difficile, ma certo è che Mosca ora sfrutta la versione del terrorismo di Stato ucraino per attenuare lo scontento che serpeggia nell’opinione pubblica e in una parte degli oligarchi".

Come sul campo la guerra è anche mediatica, confonde le acque, le agita. Tipica scuola scuola sovietica da cui provengono anche gli ucraini. Prudente pure Aldo Ferrari, capo del Programma Russia e Asia centrale dell’Ispi. "Questa vicenda è inusuale soprattutto per l’obiettivo: non un uomo di potere, se davvero nel mirino c’era il padre di Darya scampato perchè ha cambiato auto. Un intellettuale di estrema destra che non è ne è figura di primo piano nè vero consigliere di Putin. Vendetta ucraina? Solo sospetti". Scettico anche il generale Maurizio Boni, opinionista del sito web Analisi Difesa e già vice comandante dell’Allied Rapid reaction corps di Innsworth (Regno Unito): "È verosimile che si muova qualcosa nel fronte interno russo che contesta la guerra. E che potrebbe aver organizzato l’esplosione. Anche se gli ucraini in teoria sono in grado di ispirare sabotaggi con quinte colonne e infiltrati. Hanno mezzi e uomini adatti. E negli ultimi otto anni sono stati assistiti dall’intelligence inglese, la migliore insieme a quella istraeliana".