Sabato 27 Aprile 2024

Il ritorno di Francesco È affaticato, ma sta bene Padre Georg tra i celebranti

Il ritorno di Francesco  È affaticato, ma sta bene  Padre Georg tra i celebranti

Il ritorno di Francesco È affaticato, ma sta bene Padre Georg tra i celebranti

di Nina Fabrizio

Un po’ di affanno nella voce ancora resta. Per raggiungere il sagrato usa la papamobile (scoperta). Per raggiungere l’altare si serve dell’ausilio del bastone. Sopra la talare, indossa il maxi cappotto bianco riservato ai mesi invernali. Ma i riti della Settimana Santa appaiono salvi. Papa Francesco, dopo un ricovero di tre giorni al policlinico Gemelli, ha presieduto ieri la celebrazione della domenica delle Palme in piazza San Pietro, ricevendo il caldo abbraccio di 60mila fedeli. Tra i celebranti è tornato a farsi vedere anche padre Gearg Gaenswein, l’ex segretario di Ratzinger, che dal 5 gennaio scorso non celebrava messa insieme al papa. Con lui anche il cardinale Angelo Becciu. Dopo le polemiche degli ultimi mesi, la presenza di padre Georg assume certo un significato distensivo.

L’acquazzone riversatosi su Roma nel pomeriggio non ha intaccato la celebrazione che rievoca l’ingresso di Gesù a Gerusalemme con la tradizione della benedizione dei ramoscelli di ulivo, simbolo di pace e riconciliazione, che il Papa ha officiato in persona rivestito dei paramenti liturgici rosso scuro. “Vi invito a viverla stando vicino alle persone sofferenti, scartate, abbandonate”, ha condensato al termine di due ore buone trascorse in piazza ringraziando per le preghiere e l’affetto di questi giorni. E’ il momento in cui per Francesco si è levato dalla folla uno scrosciante applauso, quasi a sciogliere la tensione che in questi giorni ha accompagnato la sua degenza, acuita anche dalle sistematiche speculazioni attorno alla sua salute.

Ma Francesco ha voluto subito distogliere l’attenzione da sé, per introdurre la Pasqua con lo sguardo rivolto ai tanti “cristi abbandonati”, “popoli interi sfruttati e lasciati a sé stessi”, “poveri che vivono agli incroci delle nostre strade”, “migranti che non sono più volti ma numeri”, “detenuti rifiutati, persone catalogate come problemi”. E ancora, ha citato i “tanti cristi abbandonati invisibili, nascosti, scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli, ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore“. Giovedì, per la Lavanda dei Piedi, sarà con i ragazzi e le ragazze del carcere minorile di Casal del Marmo. Una struttura fatiscente, priva degli adeguati mezzi e risorse come segnala l’ultima relazione del Garante della privacy. Lì si inchinerà ai piedi di giovani che vivono tra le sbarre e si sentono lontani da una società che non scommette sul loro futuro.