Giovedì 25 Aprile 2024

Il ricordo del nipote: "Mio zio Marco Biagi un esempio per i giovani. Studiamolo a scuola"

Oggi l’anniversario dell’assassinio del giuslavorista emiliano. A Bologna una staffetta in bici nel percorso del prof ucciso. La testimonianza di chi crebbe secondo i suoi insegnamenti

Marco Biagi

Marco Biagi

Sono trascorsi ventuno anni da quando ho visto Marco l’ultima volta. Era una sera di inizio marzo, io lui, mia mamma e mio nonno di ritorno da messa a San Giovanni in Monte. Noi due davanti a parlare dell’incidente che mi era capitato in moto pochi giorni prima e del mio amico Niccolò Galli, giovane promessa della nazionale italiana calcio e del Bologna prematuramente scomparso un anno prima a seguito di un tragico schianto in motorino al ritorno dagli allenamenti a Casteldebole.

Con Marco potevi parlare di tutto e pur vedendoci poco, da bambino a giocare a tennis con i cugini a Pianoro o a casa dei nonni durante le feste comandate, percepivi in lui un interesse sincero verso quello che era la vita di ognuno di noi ed il nostro modo di essere.

Voleva esserci nonostante una esistenza frenetica scandita da mille impegni e nonostante lo status di grande giuslavorista, studioso e professore che avrei scoperto a posteriori solo dopo la sua morte.

Perché Marco era così, per lui i suoi genitori, sua sorella e la sua famiglia venivano prima di qualsiasi altra cosa e separava il lavoro a cui dedicava tutte le sue energie ed a cui non avrebbe mai rinunciato dalle cose importanti della vita, gli affetti familiari in primis.

Mi sono interrogato mille volte negli anni davanti ai grandi bivi della vita come si sarebbe comportato e cosa avrebbe fatto al mio posto, mi è mancato moltissimo non averlo come guida.

Sono cresciuto ispirandomi alla sua figura in un mondo sempre più privo di valori e tutt’oggi rappresenta un faro nella mia esistenza.

Pensare al suo metodo comparatistico, alla sua lungimiranza nelle riforme, alla sua schiettezza equilibrata credo dovrebbe essere d’esempio per intere generazioni di giovani che si trovano spaesati davanti ad un mondo che cambia alla velocità della luce.

Credo che Marco Biagi dovrebbe essere studiato nelle scuole in modo molto più approfondito per impedire che contrapposizioni ideologiche come stiamo assistendo in questi giorni sfocino in atti di violenza incontrollabili come quelli che si sono radicati nelle menti malate dei suoi assassini.

Marco è stato definito un eroe, uno dei figli migliori di questo Paese eppure lo Stato non ha voluto proteggerlo sottraendolo di fatto a tutti quelli che gli hanno voluto bene.

Non dimenticherò mai la ritrosia di mio nonno Giorgio Biagi di parlarne, il dolore infinito di un padre che non dovrebbe sopravvivere alla morte di un figlio eppure non si è mai lasciato andare allo sconforto trascorrendo gli ultimi anni nella sua casa di Lizzano in Belvedere che tanto amava e dove ancora oggi campeggiano due grossi abeti piantati da bambini da Marco e Francesca.

Ciao zio, grazie per tutto quello che mi hai dato, resterai sempre nel mio cuore!”

di Giulio Venturi, nipote di Marco Biagi