Giovedì 25 Aprile 2024

Il mondo a spot? Non è Ferragni la stupida

Chiara

Di Clemente

Ora si dice ’brandizzare’, una volta si chiamava fare marchette. Da due giorni gira su YouTube il nuovo videoclip di una canzone (?) di Baby K e Chiara Ferragni che – come riportava il giornale di ieri – guida la classifica italiana dei più ricchi su Instagram. Cosa significa essere ricchi su Instagram? Significa che se la Ferragni pubblica sul suo profilo social una foto in cui velatamente o meno smarchetta (pardon: ’brandizza’) qualcosa, guadagna 52mila euro, a prescindere. Se poi pubblica in contemporanea anche la sontuosa accessoristica d’alta moda prodotta da ella medesima tipo le sue nuove ciabatte di plastica da 175 euro, i guadagni cresceranno a dismisura.

È ovvio che la scema non è la Ferragni, il forte sospetto è che lo sia chi si compra le ciabatte. Nel videoclip, Ferragni e Baby K cantano (?) una canzone (?) che poveraccia in un verso sbaglia la consecutio ("Si alzano le onde, rimango ad aspettare Che il sole all’orizzonte scende dalle sue scale") ma in un altro fa magistralmente la pubblicità a una già nota marca di shampoo: e poiché per essere ’performanti’ (?) come i prodotti a cui si fa lo spot bisogna riempire di nuovi attuali significati le desuete parole buongusto e vergogna, ecco che nella clip troneggia pure un primo piano di magici balsami e cremine. È chiaro ancora che le sceme non sono Baby K e la Ferragni, ma eventualmente qualcun altro. Il fatto è che però tutti questi bellissimi ’influencer’ (gente che piace sui social) raggruppati in un fenomeno scemi non saranno, ma dannosi sì. Non per bigottismo da quattro soldi (o da 87,5 euro a ciabatta di plastica): è una questione che appartiene alla cultura ancestrale, che viene prima e resterà dopo Instagram e i suoi fardelli. È il mito di Narciso, che da Ovidio arriva ai selfie, ai like e agli autolike: l’idolatria del proprio Io e della propria immagine che, escludendo il confronto con l’Altro, naufraga nell’abisso oscuro delle acque. E l’Altro non è un numero di ’follower’. È stato e sempre sarà un essere umano.