Il marò Latorre chiede i danni allo Stato "Amarezza per come sono stato trattato"

"Massimiliano Latorre è amareggiato per come è stato trattato durante e dopo la vicenda. Soprattutto ritiene di avere un credito nei confronti dell’Italia che lo ha fatto rientrare in India nonostante pendesse su di lui la condanna alla pena di morte, una spada di Damocle sulla sua testa che ha impedito a lui e alla sua compagna di ricostruirsi una vita, di programmare il futuro". A dirlo l’avvocato Fabio Anselmo, che assiste Massimiliano Latorre, il marò accusato con Salvatore Girone di aver ucciso due pescatori durante una missione al largo delle coste indiane dieci anni fa. Archiviato il procedimento, Latorre procede spedito per vedersi accordato il risarcimento già richiesto al governo Draghi e che dovrà essere valutato dalla maggioranza Meloni. Anche il collega Girone sta considerando la possibilità di un risarcimento.