Venerdì 26 Aprile 2024

Il giorno fortunato

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Viviana

Ponchia

Due milioni di euro non si buttano via. Se piovono da un gratta e vinci alla fine del turno di notte e a esserne inondato è un operaio, giustificano reazioni plateali come dirlo subito a tutti, abbracciare il primo che capita, lasciarsi andare a una gratitudine scomposta anziché alla fuga. Non si può biasimare il signore di Reggio Emilia che fra un mese e mezzo si ritroverà sul conto corrente una fortuna. Però non è possibile nemmeno invidiarlo. Perché sono appunto "solo" due milioni di euro. Qui il rischio di essere fraintesi è altissimo. Io non posseggo quella somma. Molti di voi nemmeno. E saremmo ovviamente lusingati se la Fortuna appoggiasse la sua ala sulla nostra spalla facendolo sembrare uno scherzo del caso anziché un serio innamoramento nei nostri confronti. Davanti a un caffè in quel bar miracoloso saremmo esagitati e deludenti. Ci faremmo prestare una penna smontando la montagna di soldi in piccole montagnole: questa per estinguere il mutuo, questa per i denti di nonna, questa per la macchina nuova e l’ultima, se ne avanza, per fare del bene. Proiezioni da pezzenti destinate a farci precipitare nello sconforto. Con due milioni di euro Gianluca Vacchi sta dietro a malapena alla manutenzione delle macchine per la crioterapia. E Briatore forse non arriva a settembre se tutte le sere insiste per andare a mangiare nelle sue pizzerie. Con due milioni di euro si compra un trilocale in centro a Milano ma poi bisogna mantenerlo. E calcolando le ultime bollette o le tariffe delle case di riposo un sessantenne non può pensare di mollare tutto e vivere di rendita.

Due milioni di euro oggi sono una somma irricevibile. Perché stanno in un punto imprecisato del metaverso in cui possiamo pensarci e fare qualsiasi cosa ma appunto ci preoccupiamo ancora per i denti di nonna. Affondano nel pantano dove si risolvono certamente tanti problemi ma non si vola. Nessuno vuole l’elemosina dalla Fortuna. Magari piccoli accenni di simpatia sì, quei 500 euro vinti all’autogrill, il primo premio sul Neonato al Mercante in fiera la sera di Natale. Un modo discreto, da parte sua, per dire ti tengo d’occhio, aspetta e vedrai. Due milioni di euro invece sono un trattamento di fine rapporto, la morte della speranza nel grande balzo. Per tutto questo anche no, lasciamo stare. Il Superenalotto veleggia verso i 245 milioni, solo da quelle altezze in su si comincia a ragionare.