Giovedì 25 Aprile 2024

Il fantoccio di Meloni a Bologna Cresce l’antagonismo intollerante E torna lo spettro della violenza

La Digos indaga per individuare i responsabili, solidarietà bipartisan alla leader di FdI: "Gesto ignobile". La minaccia dei collettivi: è l’antipasto di quello che succederà tra pochi giorni quando verrà qui la premier

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di Federica Orlandi

Un pupazzo con le fattezze della neo eletta premier Giorgia Meloni appeso a testa in giù sotto alle Torri di Bologna, durante un corteo di protesta (non autorizzato, ça va sans dire) di collettivi universitari. Quello di giovedì sera è soltanto l’ultimo episodio di una contestazione feroce che nel corso degli anni gli antagonisti hanno messo in campo a Bologna contro i governi e i leader politici che si sono succeduti. Oggi tocca a Giorgia Meloni – per di più presidente di centrodestra, doppia colpa agli occhi dei manifestanti di estrema sinistra –, ma prima è toccato a tanti altri.

Nel 2014 Matteo Salvini, in visita al campo nomadi di via Erbosa come segretario della Lega, fu contestato da un gruppo di attivisti del collettivo universitario Hobo, che bloccò e danneggiò l’auto su cui viaggiava. Il loro leader saltò pure sul cofano della macchina, rimanendo poi lievemente ferito quando l’autista partì. Sei mesi dopo, alla Festa dell’Unità al parco della Montagnola, 150 antagonisti tra collettivi e centri sociali furono respinti dagli agenti a cordone dell’evento, dopo che avevano tentato di entrare e contestare l’allora premier Pd. Prima ancora, nel 2012, un’accoglienza simile toccò a Mario Monti: fuori dal teatro Arena del Sole, dove era ospite a un evento, lo aspettarono 500 antagonisti. Volarono manganellate, petardi e spintoni, con un bilancio finale di 12 feriti tra le forze dell’ordine.

Insomma, un clima di tensione, talvolta sfociato in gesti di vero e proprio odio. Un copione pressoché identico negli anni, indipendentemente dal leader di turno. Il corteo di giovedì sera, organizzato dal Collettivo universitario autonomo e dalla sua costola al femminile Laboratorio Cybilla, anticipa, a detta degli stessi antagonisti, la "accoglienza" che intendono riservare alla presidente Giorgia Meloni il prossimo 24 novembre, quando sarà a Bologna per l’inaugurazione di un supercomputer al Tecnopolo. "Quel giorno ci saremo anche noi – promettono – a dare il ’benvenuto’ a Giorgia Meloni e al nuovo governo". Il Laboratorio ha rivendicato la maternità della trovata del manichino appeso a testa in giù durante il corteo. Un gesto arrivato dopo l’aggressione ai banchetti della Lega a Marina di Carrara, le scritte contro Meloni e La Russa apparse in alcuni quartieri romani e gli scontri alla Sapienza tra polizia e collettivi, che volevano irrompere a un convegno organizzato dalla destra. Alla manifestazione di Bologna di giovedì hanno partecipato più di 200 persone. Oltre al fantoccio è stato imbrattato con vernice rosa un supermercato ospitato nello storico edificio dell’ex Monte di pietà. La Digos sta vagliando video e foto della serata per identificare tutti i protagonisti e attribuire le singole responsabilità; l’informativa sarà poi presentata in Procura, che aprirà un fascicolo presumibilmente per il danneggiamento del negozio e per oltraggio alla presidente.

Lo sfregio del manichino è stato condannato all’unanimità dal mondo politico e non solo. Il sindaco Matteo Lepore ha telefonato personalmente alla premier, garantendole l’invito a "venire quando vorrà: sarà accolta da me personalmente".