Mercoledì 24 Aprile 2024

Il Donbass è solo l’antipasto di Putin Lo zar vuole il mare fino a Odessa

Il Cremlino minaccia di sconfinare in Moldavia: "In Transnistria le minoranze sono discriminate". L’ammissione (subito ritrattata): ventimila soldati russi morti. Il fortino di Mariupol non capitola

di Giovanni Rossi

La Russia è grande e i desideri di Vladimir Putin anche di più. Conquistare il Donbass – tutto il Donbass, ben oltre i confini delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk – è il piano base del Cremlino, il bottino minimo una volta fallita la presa di Kiev. Ma il piano vero – quello che ricompenserebbe il gigantesco sforzo di milizie e di apparato – è plasticamente un altro: conquistare tutta la fascia costiera che da Mariupol, sul Mare d’Azov, scende fino a Odessa, sul Mar Nero, fino a ricongiungere il dominio di Mosca all’ultimo lembo russofono dell’area, quella Transnistria territorio moldavo ma devota a Mosca.

LE TORBIDE PAROLE

DELL’ALTO UFFICIALE

Se il risiko del Cremlino riuscisse, l’Ucraina perderebbe gran parte dei suoi tesori minerari e ogni accesso al mare, dopo aver già rinunciato alla Crimea nel 2014. Il territorio di Kiev diventerebbe così solo un granaio infestato di bombe, senza sbocchi diretti per l’export: un paese neutralizzato, solcato da gasdotti nell’immediato meno strategici, depotenziato in chiave economica nonostante il prospettico ingresso nella Ue. Che il piano di Mosca sia proprio questo lo ammette, senza tanti giri di parole, Rustam Minnekayev, comandante russo ad interim del distretto militare centrale: "Il controllo sull’Ucraina meridionale è un’altra via d’accesso alla Transnistria, dove pure si evidenziano episodi di discriminazione contro i residenti russofoni", si porta avanti l’alto ufficiale fornendo pre-giustificazione alla minacciata offensiva contro la Moldavia di maggioranza linguistica romena. Ovvero lo schema ucraino duplicato senza fantasia. Parole allarmanti per il governo di Chisinau che subito convoca l’ambasciatore russo.

IL BATTI E RIBATTI

SUI CORRIDOI UMANITARI

A Mariupol nessuna tregua e un’altra giornata di dichiarazioni contundenti. Dopo la conquista della città vantata dal Cremlino, ma negata da Kiev e da Washington, persiste lo stallo nell’area dell’acciaieria Azovstal, dove sono ancora barricati circa duemila combattenti ucraini tra forze del reggimento Azov e truppe regolari dei marines insieme a centinaia di civili, compresi anziani, donne, bambini. "Tutti gli edifici – riconosce il vicecomandante del battaglione Svyatoslav Palamar – sono praticamente a pezzi. I russi gettano bombe anti-bunker che provocano enorme distruzione. Abbiamo morti e feriti, civili intrappolati sotto gli edifici crollati". Le evacuazioni restano un miraggio con accuse reciproche tra le parti. Secondo il generale russo Mikhail Mizintsev, "la tregua inizierà quando le forze ucraine alzeranno le bandiere bianche lungo l’intero perimetro o alcune delle rotte di uscita Azovstal". La resa sarebbe tuttavia impedita dal governo di Kiev che usa i civili "come scudi umani", aggiunge la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. "A Mariupol la situazione è normalizzata: gli abitanti hanno la possibilità di muoversi liberamente senza nascondersi dalle bombe dei nazisti ucraini", la spara grossa Igor Konashenkov, portavoce della Difesa. Secondo il sindaco Vadym Boychenko, sono circa 120mila gli abitanti tuttora ostaggio dei falliti tentativi di evacuazione. Kiev chiede la garanzia Onu.

LE FORTI PERDITE DI MOSCA

SFUGGONO ALLA CENSURA

Anche per i russi, comunque, ci sono problemi. E la propaganda non basta a nasconderli. Qualcosa filtra, stavolta da un briefing a porte chiuse del ministero della Difesa. Il sito Readovka riferisce la cifra di 13.414 morti e di almeno 7.000 dispersi tra i soldati russi al fronte. Totale: più di 20mila vittime. Ma il post in rete viene subito cancellato.

SCOPERTA A MARIUPOL

UN’ALTRA FOSSA COMUNE

Secondo l’Onu il conto delle vittime civili in Ucraina dall’inizio del conflitto ammonta a 2.435. Ma il parziale non tiene in alcun modo il conto delle fosse comuni di Mariupol dove sarebbero complessivamente inumati fino a 15-20mila cadaveri. Ieri la scoperta di una nuova area a Manush dove potrebbero essere sepolti da 3mila a 9mila corpi. Cifre tutte da confermare.