Mercoledì 24 Aprile 2024

Il dibattito a sinistra "Ora un Pd femminista che aiuti le donne Elly Schlein la novità"

L’ex presidente della Camera Laura Boldrini sui candidati al congresso "I dem devono acquisire un’identità chiara per battere la destra. Meloni al governo? Lei non mette in discussione il predominio maschile"

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di Elena G. Polidori

ROMA

Presidente Boldrini, dopo che Giorgia Meloni è diventata la prima premier donna, sta emergendo una leadership femminile anche nel Pd. A sinistra si arriva ancora in ritardo?

"La questione va inquadrata. Giorgia Meloni che si è affermata fondando il suo partito, incarna una leadership femminile ma non femminista. Il suo è stato un traguardo individuale, personale e non di tutte le donne. È una differenza sostanziale".

La spieghi.

"La leadership femminista punta a usare il potere per riuscire a migliorare le condizioni di vita di tutte le donne, per combattere gli stereotipi e per rivendicare il femminile. La leadership femminista rivoluziona la società, ne cambia gli assetti, quella femminile non li mette in discussione".

E comunque nel Pd una candidatura alla segreteria di una donna arriva solo ora. C’è del maschilismo anche al Nazareno?

"Certo che c’è. Purtroppo il maschilismo è un problema del nostro Paese. Per quanto riguardo il Pd, ci sono molte donne dem che si fanno strada nei loro ambiti di riferimento, soprattutto locali, che sono profondamente impegnate e hanno riscontri politici. Anche nelle istituzioni è così. Io stessa sono stata eletta terza carica dello Stato, oggi abbiamo due donne capigruppo, una donna vicepresidente della Camera, una donna presidente del partito. Quindi quello che manca è avere una donna alla segreteria del Pd e su questo vi è un ritardo. Letta l’ha evidenziato più volte, spero che nel nuovo manifesto del partito si metta al centro il tema del femminismo".

Dentro il Pd la Schlein rappresenta davvero il cambiamento o è solo un’immagine – questa la critica di molti – e non la portatrice di un rinnovamento reale?

"Il Pd ha bisogno di un’identità chiara, di una visione netta del mondo e del Paese, che risponda ai tempi che viviamo e alle necessità delle persone, a partire dai temi del lavoro, della transizione ecologica, che rappresenta un perno fondamentale, della lotta alle disuguaglianze e dell’affermazione dei diritti di tutti e tutte. Schlein questi temi li affronta da molti anni, sono i temi di un partito progressista, contemporaneo e che non ha paura delle sfide del futuro. Un’alternativa alla destra più destra di sempre, il cui elettorato ha premiato Meloni per la sua radicalità".

Chi critica la Schlein dice che non rappresenta una novità.

"Questo non lo condivido. E poi, prima che il processo prenda corpo, non si può dire che non funzionerà. Ancora siamo nella fase di elaborazione del nuovo manifesto, come si fa a sentenziare che questo congresso costituente non funzionerà? Su quali basi? Elly Schlein è portatrice di tutti i valori che ho elencato prima. Quelli sono i valori che servono al Pd: bisogna dire che il neo liberismo va superato, che la disuguaglianza non è più sostenibile e che bisogna mettere in discussione il modello di sviluppo che ha precarizzato il lavoro e reso peggiore la vita dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Inoltre, di fronte a una destra negazionista, che non crede nell’urgenza della transizione ecologica, cambiando anche il nome al Ministero, credo che serva qualcuno con una vocazione ambientalista come quella di Schlein, che da tempo afferma l’importanza di questi temi".

La Schlein non è considerata da molti un corpo estraneo nel Pd?

"Molti si sono allontanati dal Pd, nel tempo. La sfida oggi è farli ritornare, allargando il perimetro, immettendo nuove realtà che vogliono costruire un progetto politico. Nella base del partito c’è chi critica l’attuale classe dirigente e dice che va rinnovata. Schlein rappresenta la risposta a questa domanda. C’è bisogno di un’identità molto chiara...

Che però al momento manca...

"Il programma delle ultime elezioni era progressista e condivisibile ma sussisteva un problema di credibilità del Pd nel portarlo avanti. Questo ci dicevano in campagna elettorale".

La nuova candidata incarna tutto questo?

"Diciamo che lo incarna più di altri. E comunque certi temi restano prioritari a prescindere da chi sarà alla guida. Ad esempio, chiunque dovesse vincere, il nuovo partito dovrà sicuramente essere ‘femminista’".

( 2-continua)