Mercoledì 24 Aprile 2024

Colleferro, la logica del branco. Il delirio di chi si allena per uccidere

Il diavolo ha spento un sorriso. Un demone votato alla violenza più cieca. Una sorta di bisogno interiore si è accanito contro la serenità di Willy: l’inammissibile bisogno di uccidere. Come possono ragazzi di vent’anni vivere in funzione del male che riescono a procurare, bearsi delle risse appena compiute, attendere trepidanti l’esito di quelle che verranno? Si tratta di un disagio sociale, di una carenza educativa o, più semplicemente, del branco che si scatena nella mattanza? I loro atteggiamenti e la loro educazione sportiva portano a pensare che quei giovani, capaci di infierire a calci e pugni su un ragazzo, abbiano ‘studiato’ per raggiungere la necessaria prestanza psico-fisica.

Prova ne siano le arti marziali estreme frequentate con applicazione, le immagini provocatorie dei loro profili, il loro vantarsi delle scorribande compiute. Almeno sino a che Willy non è rimasto inerme sul selciato. Willy era un ragazzo pieno di vita. Quella stessa che gli ha dato il coraggio e la dignità di difendere un amico che se la stava passando brutta. Il tedio della provincia e la rabbia che cova per esplodere spingono a ripercorrere le gesta dei protagonisti di Arancia Meccanica? Sono il bisogno di emergere, la ricerca di un instabile rispetto, la necessità di prevalere che rendono simili agli antieroi del romanzo di Burgess? In mancanza di risposte esaurienti, continuo a chiedermi quale meccanismo scatti nella mente per inferocirsi contro un coetaneo alla ricerca del male assoluto. Mi chiedo anche se esista una giustizia in grado di comminare una pena commisurata al dolore che circonda l’intera vicenda: quello di chi, suppongo, ha allevato con affetto e senza riserve il branco e quello di chi ha perso l’affetto più caro. Lo sguardo torvo di un malvagio non giova, però, ad affrontare il futuro e neppure a guadagnare rispetto. Circondarsi di timore non eleva la propria dignità, la calpesta. L’incapacità di rapportarsi non rende più forti, abbrutisce. Abbiamo penato superando epoche buie per approdare a questo ‘civile’ bisogno di uccidere? È davvero il predominio fisico il metro di misura della nostra società? Dobbiamo armare i nostri figli perché, in una sera di fine estate, non s’imbattano inermi in un branco famelico in cerca di risse? Riguardo il sorriso simpatico di Willy, i suoi occhi vispi. Un giorno avrebbe fatto il cuoco, se non avesse scelto di alzare la testa per combattere i tiranni. Come il più coraggioso degli eroi.