Mercoledì 24 Aprile 2024

Il Comune vieta le minigonne. "Multa a chi si veste da squillo"

Polemiche per un’ordinanza nel Milanese, insorge l’opposizione: "Non si può sindacare sulle intenzioni". L’ira del sindaco: vogliamo combattere chi sfrutta la prostituzione. Ma le regole valgono per tutti

Julia Roberts nel film 'Pretty woman'

Julia Roberts nel film 'Pretty woman'

Il nuovo regolamento comunale vieta la prostituzione, ma si allarga su abbigliamento e atteggiamenti più o meno sconvenienti da tenere in strada. Così a Cassina de’ Pecchi, nel Milanese, esplode e tiene banco la ‘bagarre della minigonna’. Una polemica "vergognosa e sterile" per l’amministrazione comunale. Ma il caso monta, e un presidio è già a calendario: "La caccia alle streghe è tornata". Si terrà, nemmeno a dirlo, venerdì sera sotto l’aula consiliare , dove è in programma la discussione sul regolamento di Polizia Urbana al centro, da 48 ore, di questo pandemonio. Nel mirino l’articolo 23, nuovo di zecca, arrivato a colmare una lacuna del vecchio regolamento, che nulla prevedeva rispetto alla problematica della prostituzione sul territorio comunale. Tutto ok nella prima parte: "Vietato contrarre ovvero concordare prestazioni sessuali oppure intrattenersi con soggetti che esercitano attività di meretricio su strada".

Ma nel prosieguo c’è l’inghippo. Si parla testualmente di "soggetti che, per atteggiamento, ovvero per l’abbigliamento, ovvero per le modalità comportamentali manifestino comunque l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali". A dare fuoco alle polveri sono bastati i primi stralci circolati ufficiosamente. Anche perché il clima era già rovente per una polemica scatenata solo una settimana fa dal criticatissimo post di un assessore sul tema del catcalling. Insomma, la pioggia sul bagnato.

Impossibile una selezione delle centinaia di commenti comparsi in rete: "Quindi uno rischia di essere multato se si ferma a parlare con una donna in minigonna, top e tacco 12?". "Perché non superate ogni limite e scrivete anche quali sono gli abiti che dimostrano l’intenzione di ‘esercitare’?". "Siamo tornati nel Medioevo". Non manca chi si controschiera: "È evidente che si voglia limitare unicamente la prostituzione e non la libertà di vestirsi: una polemica senza senso".

"Vergognosa, ignobile e sterile" la reazione per il sindaco Elisa Balconi, leader di una giunta di centrodestra: "Il nostro scopo è uno: recepire quanto è già legge in Italia, ovvero il divieto di sfruttare e/o favorire la prostituzione. Maschile e femminile. Nessuno ha mai parlato di minigonne o vestiti femminili da vietare. Ogni donna, come ogni uomo, può circolare vestita, o vestito, come desidera". Altro parere per la segretaria dem e consigliere di minoranza, Doriana Marangoni: "Lo svarione sul catcalling dell’assessore, poi questo regolamento. C’è un retroterra che ci preoccupa. Che bisogno c’era di parlare di atteggiamenti o vestiario?". Sul regolamento: "Abbiamo un dubbio anche sulla sua costituzionalità: in uno Stato di diritto non si può sindacare su atteggiamenti o intenzioni".