di Giovanni Rossi È lo show del favorito. La Marsigliese e i Queen. I White Stripes e la loro Seven Nation Army. Il “Po-popopo-popopo“ e le carezze ai pensionati. Lo spettro della terza guerra mondiale e le promesse alle banlieu. Emmanuel Macron, in impeccabile completo blu, scatena i suoi fan alla Defense di Nanterre. In 35mila applaudono, sbandierano, cantano. Tra sette giorni la Francia va alle urne nel primo turno delle presidenziali: l’uomo dell’Eliseo (27% al primo turno e 54% al ballottaggio, secondo gli ultimi sondaggi) offre perseveranza, distribuisce sorrisi, alimenta passioni. La tribuna di fronte al palco, occupata da centinaia di giovani, ribolle di spirito ultrà. Sotto gli occhi dei suoi uomini – su tutti i premier Edouard Philippe e Jean Castex – il presidente sale sul palco, manda un bacio alla moglie Brigitte e incassa la prima ovazione. In un’arena portata a temperatura di comizio da deejay, fiati di complemento e presentatore arruffapopolo, la voce del candidato scandisce risultati e tratteggia scenari. "Nonostante le crisi, abbiamo mantenuto le promesse", è la sintesi di rango presidenziale. La prova? Nonostante il Covid, "il tasso di disoccupazione è al livello più basso da 15 anni", aggiunge il leader di En Marche rivendicando tanti altri risultati, dalla sanità (con applauso a medici e infermieri) alla sicurezza, passando per il potere d’acquisto. "Abbiamo lasciato aperte le nostre scuole durante la pandemia, con i pasti a un euro per gli studenti. Non abbiamo lasciato indietro nessuno. Un milione di studenti ha avuto il pass culture, abbiamo una legge sulla procreazione assistita". Nous l’avons fait, "Noi l’abbiamo fatto", è il refrain che apre lo sguardo sul futuro. Macron parla alla Francia, all’Europa, al mondo. "Non accetterò mai che i pensionati non abbiano soldi dopo una vita di lavoro, è ingiusto. Così come non accetterò mai che ...
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