Giovedì 25 Aprile 2024

I ragazzi contro lo striscione choc "Ha ragione il preside, ora basta"

I rappresentanti del liceo milanese: "Giusto condannare, abbiamo chiesto noi che l’istituto si dissociasse"

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di Marianna Vazzana

MILANO

Gli studenti prendono le distanze, condannano la posa dello striscione contro Meloni e Valditara con di fianco le loro sagome appese a testa in giù. Una voce all’unisono unisce le due anime del liceo classico statale Giosuè Carducci di Milano, il più popoloso della Città metropolitana con i suoi 1.200 studenti: il Collettivo Carducci Millepapaveri rossi e il Polo Carducci. A parlare sono due dei rappresentanti delle liste studentesche, rispettivamente Samuele Carazzina e Alberto Tavolaro.

Avete condannato subito il gesto?

"Sì – risponde Carazzina –. Quel gesto ha insita una violenza che non ci appartiene. Il Carducci non è questo, tutti gli studenti condannano la posa di quello striscione. Un caso isolato, ci tengo a ribadire, che ha avuto fin troppa attenzione".

Alberto Tavolaro sottolinea che "chi ha appeso quello striscione e quei cartonati non rappresenta certamente l’istituto, né le idee, né i valori che ci sono stati insegnati. Quindi abbiamo condannato il gesto. Noi, dei due gruppi, abbiamo idee diverse, e ci confrontiamo spesso durante dibattiti che sono molto partecipati. Ma non abbiamo mai alzato i toni. Abbiamo sempre mantenuto rispetto e civiltà".

Pensate che l’accaduto sia stato strumentalizzato?

"Altroché – continua Carazzina –, da una certa parte politica che se, da una parte, ha subito condannato questo gesto, dall’altra non ha fatto altrettanto per quanto accaduto a Firenze, anzi ha criticato la lettera della preside del liceo Leonardo da Vinci che condannava l’aggressione di matrice fascista. Per noi è evidente la strumentalizzazione perpetrata dal governo. Alcuni esponenti, poi, ci hanno attribuito automaticamente il gesto, perché movimento di sinistra".

Per Tavolaro, "la strumentalizzazione è arrivata da chi ha etichettato la scuola come istigatrice o promotrice di violenza. L’azione svolta da ignoti (non sappiamo chi), singoli esponenti anarchici, ha gettato fango sulla scuola, e qualcuno ne ha approfittato dipingendo una realtà diversa dal pensiero degli studenti di questo liceo. Di tutti gli studenti, visto che tutti ci siamo dissociati. Noi non siamo promotori di violenza e non vogliamo essere etichettati in questo modo. Il Carducci è un luogo di democrazia, libera espressione e rispetto reciproco".

Che cosa pensate della circolare del dirigente scolastico Andrea Di Mario?

"Ha fatto bene a condannare in modo netto l’atto di intimidazione avvenuto, perché non ci appartiene. Ha fatto bene a difendere la sua scuola, la nostra scuola: la condanna è unitaria". Dello stesso parere Tavolaro: "Noi avevamo proprio chiesto che la scuola si dissociasse. Il preside ha tolto la scuola dal cul de sac in cui era stata erroneamente inserita, come se fosse una “scuola di anarchici“".

E adesso?

"Vorremmo che non ci fosse più questa tensione, fermo restando che continueremo a criticare le politiche scolastiche del Governo e il silenzio sui fatti gravi di Firenze. Questo non dovrebbe succedere, dovremmo sentirci al sicuro", dice Carazzina. "Vorremmo che l’attenzione mediatica – conclude Tavolaro – si affievolisse".