Mercoledì 24 Aprile 2024

I giudici sfrattano i sovranisti dall’abbazia L’ex stratega di Trump messo alla porta

Steve Bannon voleva una scuola politica nella Certosa di Trisulti, ma per il Consiglio di Stato la sua associazione non rispetta i requisiti

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di Ettore Maria Colombo

Lo si potrebbe anche chiamare "lo schiaffo di Anagni", solo che in pieno Medioevo, a essere ‘schiaffeggiato’ fu un papa, Bonifacio VIII. Stavolta, invece, lo schiaffo se lo prende, in piena faccia, il massimo esperto di sovranismi e radicalismi (di destra) d’Oltreoceano, Steve Bannon. Un tempo potentissimo, da quando si è allontanato dal suo mentore, Donald Trump, di schiaffi, nel suo Paese, ne ha già presi parecchi, compreso il carcere.

Il Consiglio di Stato (italiano) ha deciso infatti di sfrattare l’associazione Dignitatis Humanae Institute (Dhi), vicina a Bannon, dalla Certosa di Trisulti che si trova nel Lazio, provincia di Frosinone. I giudici di Palazzo Spada, accogliendo l’appello di alcune associazioni locali, hanno ribaltato la sentenza precedente del Tar di Latina che, a maggio del 2020, aveva assegnato l’ex abbazia di Collepardo alla Dhi, società diretta dall’inglese Benjamin Harnwell, braccio destro in Italia dell’ex stratega di Trump.

E proprio alla Certosa di Trisulti, gioiello del Duecento, luogo incantato e incantevole quanto pio e silenzioso, doveva nascere la scuola internazionale del sovranismo.

Nel 2019, in realtà, il Mibact aveva avviato la procedura per la revoca della concessione, contestando la mancata manutenzione dell’abbazia. Poi, però, il Tar aveva dato ragione agli amici di Bannon. Per i giudici della VI sezione del Consiglio di Stato, invece, l’associazione sovranista non rispetta i requisiti previsti di promozione e valorizzazione. "Dalla documentazione allegata non era possibile verificare quale fosse la reale attività assegnata all’associazione Dhi – scrivono i giudici nella sentenza – ed è stata ampiamente dimostrata la carenza dei suddetti requisiti richiesti".

E così, facendo perno "sull’interesse pubblico all’annullamento della concessione di un bene culturale demaniale che avrebbe favorito un soggetto – concludono i giudici – che non ha dimostrato il reale possesso di tutti i requisiti richiesti dall’avviso della selezione e, prima ancora, dal decreto ministeriale 6 ottobre 2015, deriva anche la correttezza del provvedimento di decadenza del beneficio".

The end, dunque, sul sogno di Bannon di esportare il sovranismo e fare dell’abbazia di Trisulti il cuore pulsante. Il vescovo di Anagni, monsignor Lorenzo Loppa, accoglie "con gioia e con un pizzico di soddisfazione la notizia perché questo significa liberare la Certosa e avere la possibilità, con tutte le associazioni del territorio che si sono impegnate, di restituirla alla gente e al popolo di Dio". "La Certosa ora – osserva il vescovo – deve rinascere non solo da un punto di vista spirituale ma anche culturale". Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, esulta a sua volta: "Via Bannon e i sovranisti. Collaboreremo con il ministro Franceschini per restituire ai cittadini questo luogo meraviglioso. Sia uno dei simboli della rinascita italiana".

Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, in prima fila, da anni, insieme alle associazioni locali e alla Chiesa, con interrogazioni parlamentari e marce, per ‘difendere’ la Certosa di Trisulti, tira un sospiro di sollievo: "La splendida abbazia non diventerà la scuola dei sovranisti de noantri. Ora valorizziamo questo tesoro". Senza altri troppi schiaffi.