Mercoledì 24 Aprile 2024

"Ho perso le gambe, non i miei sogni. E ora sono arrivato sull’Everest"

Il record di Andrea Lanfri, è il primo pluriamputato sulla vetta più alta del mondo (8.848 metri). L’alpinista di Lucca: "La meningite non è riuscita a portarmi via la voglia di vivere e di osare"

Andrea Lanfri, 35 anni, ha raggiunto la vetta dell’Everest

Andrea Lanfri, 35 anni, ha raggiunto la vetta dell’Everest

Andrea l’aveva promesso e alla fine, come sempre, ce l’ha fatta: è salito lassù, sul tetto del mondo, grazie a quella straordinaria determinazione con cui sette anni fa si era aggrappato alla vita e aveva sconfitto anche la meningite. Andrea Lanfri, lucchese di 35 anni, ex atleta paralimpico della nazionale italiana di atletica leggera, è il primo sportivo pluriamputato a raggiungere gli 8.849 metri della vetta del monte Everest.

"La meningite mi ha portato via le gambe – è uno dei mantra di Andrea Lanfri – ma non la voglia di vivere e di coltivare i miei sogni...". Mai nessuno nelle sue condizioni era salito così in alto. Un’impresa epica che lascia senza parole. "Ce l’hanno fatta! – annuncia lo staff sulla sua pagina Facebook – alle ore 5:40 locali, Andrea e Luca Montanari hanno raggiunto la vetta dell’Everest a 8.849m. Un’impresa fantastica e incredibile, che ci racconteranno non appena saranno tornati al Campo Base. Dopo aver raggiunto il tetto del mondo, Andrea a Luca sono scesi nuovamente a Campo 4, dove si godranno alcune ore di meritato riposo per poi riprendere la discesa".

Andrea Lanfri e il compagno di avventura Luca Montanari, guida alpina, erano arrivati in Nepal un mese e mezzo fa, dopo aver minuziosamente preparato la spedizione sia sotto il profilo atletico che tecnico. Non hanno lasciato nulla al caso e hanno potuto contare sull’appoggio di sponsor privati e delle Fondazioni bancarie Crl e Bml di Lucca.

Uno scalatore diverso dagli altri: al posto delle gambe ha due protesi metalliche. La storia di Andrea è di quelle che mettono i brividi. A soli 29 anni, nel gennaio 2015, contrae la meningite con sepsi meningococcica che gli fa perdere entrambe le gambe e sette dita delle mani, oltre a gran parte della mobilità di queste ultime.

"Io voglio reagire, mi sono detto quando mi sono ammalato – ha raccontato alla partenza di questa ‘missione impossibile’ – non mi voglio arrendere. Ho ripreso le passioni che avevo prima della meningite. Fino al 2019 ho vinto molte gare e titoli italiani di atletica, fino a che non hanno cambiato le regole sulle protesi e purtroppo ho dovuto abbandonare... E così sono tornato a scalare: prima il Monte Rosa, poi Puntha Hiunchiuli a 7.246 metri e nell’agosto 2020 anche il Monte Bianco. E non mi sono più fermato...". Anzi. Andrea ha saputo trasformare persino la pandemia in un’opportunità. Durante il lockdown si allena, studia e sperimenta nuove tecniche e itinerari massacranti 'From 0 to 0' dal mare alle vette montane e ritorno fra bici, corsa e arrampicata, perché il desiderio è quello di prepararsi all’obiettivo più alto di sempre: la scalata dell’Everest.

Neppure il periodo di acclimatamento e di avvicinamento alla vetta è stato... noioso. Durante il trekking di avvicinamento al campo base dell’Everest, Andrea Lanfri ha infatti trovato il tempo per un altro record. Ha corso sulle lame il miglio più alto al mondo in soli 9 minuti e 48 secondi. Il tempo stabilito presso il villaggio di Gorakshep a 5.160 metri di quota è al vaglio del Guinness World Records per l’omologazione.

"Questa missione sull’Everest – spiega Andrea – l’ho chiamata ‘Toccare il cielo con tre dita’, perché quando arrivo in vetta alzo le mani al cielo e io come vedete ne ho solo tre…".