Giovedì 16 Maggio 2024
PAOLO ROSATO
Cronaca

Graziano Delrio (Pd): "L’Emilia-Romagna? Non mi candiderò io al dopo Bonaccini"

L’ex ministro: darò il mio contributo anche senza correre per la presidenza. "Schlein in lista è un’eccezione, era meglio scegliere chi poi andrà a Bruxelles"

Roma, 4 maggio 2024 – Un Pd sotto il 20% alle Europee sarebbe un fallimento?

"Non starei a fare previsioni, né a stabilire soglie: piuttosto, dobbiamo convincere più persone possibili a venirci a votare, l’astensionismo mi preoccupa molto – spiega Graziano Delrio, oggi senatore e già ministro del Pd –. Questa tornata elettorale è fondamentale, dobbiamo rendere l’Europa più forte politicamente. Politica estera, fisco, difesa: o si fa un salto di qualità, o il futuro dei nostri figli è in pericolo. Serve fare quel salto sulle politiche e le tutele sul lavoro e sulla sanità pubblica. Solo lavorando in Europa sui beni comuni, dall’ambiente al lavoro, si potrà difendere la sovranità dell’Italia".

Graziano Delrio
Graziano Delrio

Le piacciono le liste del Pd?

"Sì, lo dissi anche in Direzione. Sono orgoglioso della scelta di Bonaccini come capolista del Nord Est, un’ottima proposta".

Schlein candidata in due collegi: scelta giusta?

"La segretaria può fare eccezione. Avevo suggerito che negli elenchi ci fosse chi poi in Europa ci va. Poi però per aiutare le liste si è deciso di fare così".

Servono più cattolici democratici in questo Pd? Il tema si pone anche in vista delle prossime elezioni regionali, come in Emilia-Romagna, che forse si terranno a novembre.

"Il progetto dell’Europa forte fu costruito dai cattolici democratici, è fondamentale la loro presenza, ha dato origine al Pd per promuovere partecipazione, dialogo e rispetto tra diverse culture. È tempo di un maggiore impegno dei cattolici, sono al lavoro per questo, e in Emilia-Romagna c’è la guida autorevole del cardinale Matteo Zuppi, che continua ribadire la necessità di quell’impegno".

Quindi il candidato per il post Bonaccini potrebbe arrivare da quell’area?

"Non si può escludere, non ci sono preclusioni per nessuno".

Quale il percorso migliore?

"Dobbiamo ringraziare molto Stefano per i 10 anni di lavoro straordinario. L’Emilia-Romagna ha guidato la ripresa dell’economia e dell’occupazione nel Paese".

E in prospettiva?

"Il non appagamento credo che sia nello spirito degli emiliani-romagnoli. Dobbiamo stare al passo con le sfide dei tempi, ne ho discusso con il segretario regionale dem Luigi Tosiani e siamo tutti d’accordo: dobbiamo ripartire dai problemi delle persone comuni, che devono sentirsi più vicini all’amministrazione regionale. Su tutto, deve partire una grande proposta per una sanità pubblica più vicina. Dobbiamo spostare il modello sulla sanità territoriale, come ospedali e case di comunità. La gestione sanitaria, per la quale ringrazio l’assessore Raffaele Donini, ha dimostrato grande capacità di resistenza. Ma ora serve un nuovo modello più prossimo ai cittadini. Ai quali bisogna dare di più la capacità di conoscere e governare i problemi della loro salute".

Quindi le piace l’idea della ‘Fabbrica del programma’ stile Ulivo verso le Regionali?

"Certo. Fondamentale. Il mio pensiero va a Giulio Santagata (ex ministro, ndr), un amico, che la creò con Romano Prodi. Lo trovai un modo per far sentire importante ogni persona".

Matteo Lepore, però, il sindaco di Bologna, ha avocato a sé la regia della Fabbrica. Lei crede che quella regia non debba essere solo bolognese?

"Sì, nessun dubbio. L’idea di partire dalle idee e non dai nomi è più che giusta, ma l’Emilia-Romagna deve essere la dimostrazione che la politica è un’opera collettiva. Sono un municipalista convinto, sono stato promotore della legge sulle Città metropolitane, conosco l’importanza di Bologna. Ma la riflessione va fatta tutti insieme, non lasciando indietro i problemi di nessuno, lo sa anche Lepore".

Lei è disponibile a candidarsi?

"No, sto facendo altro, ma sono pronto a dare il mio contributo. Tra sindaci, assessori e parlamentari uscenti c’è una bella classe dirigente e sceglieremo. Ma prima le idee. Penso all’interpretazione della trasformazione industriale dai fossili all’elettrico, la mia regione può essere ancora pioniera di nuovi modelli di sviluppo".

Primarie sì o no?

"Non vadano escluse, non bisogna averne paura, sono d’accordo con Stefano Bonaccini".