Mercoledì 24 Aprile 2024

Gli industriali allontanano la ripresa "Senza vaccino il Pil non riparte"

Confindustria: l’Italia non tornerà a crescere prima di metà 2021. Consumi fermi, mancano gli investimenti

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di Claudia Marin

Il vaccino diventa la leva per la ripresa economica e l’arma cardine della competizione globale. Ed è per questo che gli economisti del centro studi di Confindustria, proprio in relazione ai ritardi della campagna di vaccinazione e ai rischi di nuovi lockdown, prevedono che la ripresa slitterà alla seconda parte dell’anno, col risultato che il Pil 2021 sarà inferiore a quanto previsto fino a poche settimane fa: "Un forte rimbalzo è atteso solo dal terzo trimestre 2021".

E così, se il 2020 sarà archiviato per l’Italia con un profondo rosso, forse il peggiore di tutti in ambito europeo (ma lo vedremo martedì con i dati Istat sul Pil del quarto trimestre e dell’intero anno passato), il 2021 rischia di non essere più l’anno del rimbalzo atteso. La fotografia del rapporto "Congiuntura Flash" di Confindustria rispecchia grosso modo quella di Bankitalia, che nelle sue ultime proiezioni macroeconomiche stima il Pil 2021 a +3,5% e si allinea alla diagnosi del Fmi che per l’Italia prevede un +3%, dimezzato rispetto alle stime del governo.

Certo è che lo scenario dell’Eurozona colpita dalla pandemia resta però disomogeneo e vede l’Italia fanalino di coda della crescita. Il quarto trimestre (il cui andamento si trascinerà sui primi mesi del 2021) si sarebbe concluso con un -3,5% per la Penisola secondo Bankitalia. Mentre il Pil tedesco ha registrato un +0,1%, quello spagnolo un inatteso +0,4% e quello francese un -1,3%, decisamente migliore del previsto.

In questo contesto il report del Centro studi Confindustria offre uno spaccato di che cosa sta accadendo all’interno del tessuto produttivo: va un po’ meglio l’export, specie verso Germania, Svizzera, Cina e Usa. Non, invece, i consumi, specie di servizi come turismo, ristorazione, viaggi, e di beni durevoli come tessile, abbigliamento auto.

La sostanza è che lockdown e vaccinazioni determineranno tempi e ritmi della ripresa, rischiando di tenere alta la tensione su come tenere insieme l’emergenza sanitaria e le richieste delle imprese. "Un allentamento delle restrizioni anti-pandemia rilancerebbe anche la fiducia e quindi la domanda, liberando per i consumi le risorse accumulate in questi mesi col risparmio forzato", scrivono in Confindustria. E non va bene nemmeno per gli investimenti: "I prestiti alle imprese – scrivono dal Csc - sono arrivati al +8,1% annuo; ma la domanda "emergenziale" rimane limitata a finanziare il capitale circolante", non i nuovi investimenti, e "le prospettive per il 2021 restano fosche".