Giovedì 25 Aprile 2024

Gli annunci della Bce non placano le borse

Listini in picchiata anche ieri. Milano lascia sul tappeto 21,2 miliardi di euro. Cala lo spread, ma per effetto delle tensioni sui titoli tedeschi

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di Elena Comelli

È durata poco la luna di miele della Bce con i mercati, che ieri sono tornati a preoccuparsi per il mix incombente di stagnazione e inflazione, con la guerra in Ucraina che prosegue e la crisi energetica che si intensifica. La Borsa di Milano è affondata assieme agli altri listini europei, trainati verso il basso dai timori che la stretta monetaria avviata dalle banche centrali possa trascinare le economie in recessione. E Wall Street non è da meno, con il Dow Jones sceso sotto i 30.000 punti per la prima volta da gennaio 2021.

A riaccendere le paure degli investitori, dopo il breve sollievo mostrato mercoledì, sono state l’incertezza sulle prossime mosse della Fed – si temono strette troppo aggressive – e la doppia stretta ai tassi della Banca nazionale Svizzera (portati a -0.25% dopo 15 anni), a sorpresa, e della Banca d’Inghilterra (a 1,25%). Anche il dato sull’inflazione in Italia, balzata a maggio al 6,8% su base annua, al top da novembre 1990, ha acuito la sensazione che la battaglia contro la corsa dei prezzi al consumo non sarà né semplice né indolore.

L’Indice Ftse Mib, che ha pagato anche la debolezza di Wall Street, ha terminato la giornata con un crollo del 3,32% a 21.726 punti e 21,2 miliardi in fumo. In flessione anche Francoforte (-3,31%), Londra (-3,14%), Parigi (-2,39%), Madrid (-1,18%). Sembra invece dare i suoi frutti la promessa della Bce sullo scudo anti-spread, che pure dev’essere ancora costruito: ieri il differenziale tra Btp e Bund si è ridotto ulteriormente in area 200 punti rispetto ai 216 dell’apertura, anche grazie al balzo del Bund tedesco, coinvolto dalle tensioni sui mercati. Il rendimento del decennale italiano è sceso al 3,73%, in calo di 6,5 punti base, mentre il tasso del Bund tedesco ha registrato un balzo di 7 punti base all’1,7%.

Il timore, però, sottolineano alcuni analisti, è che il sollievo sia di breve durata. Nonostante il ritorno della minaccia degli spread, l’Italia è solida nei fondamentali e non presenta fragilità che possano farla tornare nelle condizioni di sorvegliata speciale nell’Ue, ha sostenuto ieri il ministro del Lavoro Andrea Orlando, a margine del Consiglio Affari sociali dell’Ue. "Io credo – ha rilevato il ministro –, che oggi si tratti non tanto di guardare a questo o a quel Paese, ma piuttosto, come durante la pandemia, di costruire una risposta comune". Di tutt’altro avviso il ministro delle Finanze austriaco, Magnus Brunner, che ha voluto mandare un messaggio diretto ai governi dell’Italia e della Grecia, i due Paesi più indebitati d’Europa: "Rimettete in ordine i vostri bilanci".

In margine all’Eurogruppo, che ha accolto la Croazia fra i Paesi dell’Eurozona a partire dal 1° gennaio 2023, ha parlato anche il ministro tedesco delle Finanze, Christian Lindner: "Non condivido le preoccupazioni per la zona euro. E’ stabile: l’unione monetaria ha un carattere robusto". Ma, ha aggiunto Lindner, in questa congiuntura difficile c’è bisogno di conti solidi: "Tutti gli Stati membri, inclusa la Germania, perché preferisco parlare del mio Paese e non dare consigli agli altri, devono tornare ad avere conti pubblici solidi. Dobbiamo tagliare i deficit e avviare un percorso fattibile di riduzione del debito".