Venerdì 26 Aprile 2024

Giù le tasse, il pieno costa 15 euro in meno

Taglio di 30,5 centesimi alle accise, ma per assorbire i rialzi ci vorranno due anni. Cingolani rassicura e compra navi per la rigassificazione

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di Claudia Marin

Il taglio delle accise sui carburanti comincia a farsi sentire alle stazioni di servizio: da ieri il pieno per 50 litri è stimato in calo di 15 euro in media rispetto a una settimana fa. È l’effetto della riduzione di una delle voci fiscali che gravano sul prezzo di benzina e gasolio contenuta nel decreto anti-rincari entrato in vigore alla mezzanotte dell’altra sera con la pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta ufficiale. Una boccata di ossigeno per gli automobilisti che, però, durerà solo 30 giorni.

Ma il fronte energia vede il governo impegnato anche in vista del prossimo inverno e dei prossimi anni. E così il ministro Stefano Cingolani, da un lato, annuncia di "avere dato ufficialmente l’incarico a Snam e l’indirizzo per la negoziazione e l’acquisto di una delle navi da rigassificazione e per il noleggio di una seconda unità, con l’obiettivo di arrivare in tempo a contrattualizzare le poche navi esistenti". Dall’altro, spiega che "una completa interruzione dei flussi dalla Russia in questo momento, da oggi, non dovrebbe comportare problemi di fornitura interna, a meno di un picco inatteso di freddo a fine marzo o di contestuali altri eventi catastrofici su rotte di importazione". Ma – insiste – nel medio termine è la fase più delicata perché è necessario riempire gli stoccaggi al 90%, procurandosi circa 12 miliardi di metri cubi entro il prossimo inverno".

E su questo versante, rispetto al dilemma dell’indipendenza energetica dalla Russia, l’Europa va avanti unita solo sugli stoccaggi comuni e sugli acquisti congiunti di gas, Gnl e idrogeno. Mentre il progetto di un tetto al prezzo del gas e di riforma del mercato elettrico a tutto tondo lanciato dai Paesi del Mediterraneo rischia di essere una lotta contro i mulini a vento. Il che non ci aiuta, tanto più che dovremo continuare a fare i conti a lungo con gli incrementi del prezzo del gas: "Le quotazioni forward dei prodotti energetici – incalza il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini – prefigurano un rientro graduale della crisi fra la fine del 2022 e il 2024: le attuali quotazioni si aggireranno intorno a circa 100 euroMWh fino al termine dell’anno in corso, a circa 65 euroMWh per il 2023 e a circa 45 euroMWh per il 2024".

Di sicuro, per il brevissimo periodo possiamo contare solo sulle misure del pacchetto varato la settimana scorsa dal governo. Il taglio di 30,5 centesimi (25 centesimi, a cui aggiungere l’Iva al 22% che porta lo sconto a 30,5 centesimi) delle tasse sui carburanti fa tornare il prezzo di benzina e gasolio a livelli che non si vedevano da prima della guerra in Ucraina, scoppiata il 24 febbraio. Ma per l’Unione consumatori è "un pannicello caldo, visti i due record storici di settimana scorsa, del prezzo più alto e del maggior rincaro settimanale di sempre. Per i prezzi alla pompa – che per Eni si sono abbassati al valore di dicembre 2021 per la benzina self service (1,774 euro) e della settimana 8-15 febbraio (quindi prima della guerra) per il gasolio (1,784 euro) – il decreto prevede che fino al 31 dicembre prossimo le aliquote di questi tributi potranno essere rideterminate nei prossimi mesi solo con un provvedimento ministeriale.