Giovedì 25 Aprile 2024

Frustate sui profughi al confine Usa Biden nella bufera: è peggio di Trump

Il pugno duro dei poliziotti texani che allontanano gli haitiani arrivati dal Messico scuote i Dem. Nuova grana per il presidente

Migration

di Giampaolo Pioli

Frustate e zoccoli che scorticano la schiena. Bambini che fuggono terrorizzati. Nelle stesse ore in cui Joe Biden dalla tribuna dell’Onu parla di "dignità umana" da difendere ovunque, sulle rive del Rio Grande, al confine tra Texas e Messico, i poliziotti di frontiera americani scudisciano selvaggiamente i disperati immigrati illegali che tentano di entrare in America, soprattutto provenienti da Haiti, per chiedere asilo politico. Immagini e video atroci, che hanno subito fatto il giro del mondo imbarazzando la Casa Bianca che le ha subito definite "orribili e inaccettabili".

Gli agenti a cavallo, con i cappelli da cowboy, fanno ruotare le loro lunghe briglie di cuoio usandole come frustini e finiscono per colpire anche donne e bambini terrorizzati, urlando improperi contro di loro. Niente di compassionevole. E il punto è che quegli uomini con la camicia verde scura, armati anche di fucili a pompa, sono di fatto agenti federali, quindi alle dirette dipendenze del presidente degli Stati Uniti.

"Nessuno che abbia visto quelle immagini può pensare che usare le fruste contro i migranti sia un atteggiamento accettabile, soprattutto da parte delle forze dell’ordine", ha detto con grande imbarazzo la portavoce della Casa Bianca. Il ministro dell’Interno Alejandro Mayorkas, anche lui immigrato figlio di rifugiati cubani, ha assicurato che "è già stata aperta un’inchiesta e i responsabili risponderanno dei loro atti: questa non è la nostra filosofia e non è in quel modo che quegli agenti sono stati addestrati".

Per Biden però il problema degli esuli al confine col Messico è grave. Sono ormai oltre 10mila – per alcuni 20mila – le persone che bivaccano in condizioni igieniche disastrose sotto il ponte di Del Rio, che collega Stati Uniti e Messico, in tende e rifugi improvvisati fatte anche di coperte appese agli alberi. Il tutto in attesa che la loro richiesta di asilo venga presa in considerazione da parte delle autorità statunitensi. Un’ondata che, invece di ridursi, cresce gradualmente: la Casa Bianca ha annunciato che porterà a 125mila il numero dei rifugiati che potranno essere accolti ogni anno, ma ora, con la fine della guerra in Afghanistan, il numero rischia di diventare molto più alto. La settimana scorsa, con diversi voli charter, alcune centinaia di immigranti haitiani, che non rientravano nelle categorie dei richiedenti asilo, sono stati riportati nel loro Paese d’origine, ma è chiaro che non può essere la soluzione. Anche perché l’indignazione per quanto visto al confine col Messico monta anche in Congresso, con il leader democratico al Senato, Chuck Schumer, che ha chiesto al presidente di porre fine "all’ignobile espulsione dei rifugiati da Haiti" e a quelle politiche che, dice, affondano le loro radici nell’amministrazione Trump.

Il problema è anche di immagine, il rischio per l’amministrazione democratica è di essere accostati con le politiche muscolari del predecessore Donald Trump. Col viaggio in Centro America del vice presidente Kamala Harris (ieri si è detta "profondamente turbata" dalle immagini che provenivano dal Texas), mesi fa, l’idea era di risolvere alla radice il problema dell’esodo, finanziando negli stessi Paesi d’origine dei veri e propri centri di accoglienza lontani dalle violenza quotidiana dalla quale la popolazione fuggiva.

Infuriati per l’improvvisa invasione oltre il confine, facilitata dal bel tempo, gli agenti federali accusano i migranti di usare donne e bambini per creare una sorta di varchi umanitari attraverso i quali trascinare dentro tutti. Biden ha suggerito di vaccinare i clandestini per evitare che possano diventare centri di nuovi focolai di Covid. Molti hanno paragonato i metodi dei poliziotti a cavallo sulla frontiera texano-messicana a quelli dei talebani a Kabul e in Afghanistan, che frustano indistintamente uomini e donne, oppure agli schiavi nelle piantagioni. E se questo succede oggi in America con un presidente democratico, non è certo un esempio di rispetto per la "dignità umana".