Mercoledì 24 Aprile 2024

Folle di gelosia, ammazza il rivale Poi spara alla ex e si toglie la vita

È successo tra il Varesotto e la Svizzera: non si rassegnava alla fine della storia. Lei è grave in ospedale

di Rossella Formenti

CANTELLO (Varese)

Ha ucciso il rivale in amore, poi ha varcato il confine e ha raggiunto le terme di Stabio, nel Canton Ticino, qui ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco contro la ex compagna, prima di togliersi la vita. La donna, 45 anni, in serata era ricoverata in ospedale in condizioni gravissime.

È il tragico bilancio del pomeriggio di sangue che si è consumato ieri, tra il Varesotto e il territorio della Svizzera italiana. Tutto è iniziato col ritrovamento di un cadavere a Cantello, a pochi passi dalla dogana. La scoperta avviene intorno alle 18.30, il corpo è a bordo della strada, a ridosso di una zona boschiva. Un passante chiama i carabinieri e arrivano gli uomini del comando provinciale di Varese che cominciano a raccogliere elementi utili alle indagini.

A terra è rimasto Daniele Morello, 47 anni. Nessun giallo, nessun mistero da sciogliere con un’inchiesta indiziaria: nell’arco di un’ora si è delineato il quadro in cui è maturato l’omicidio dell’uomo. Poco dopo il rinvenimento del cadavere in territorio italiano, intorno alle 19, la Polizia cantonale elvetica è intervenuta per una sparatoria all’esterno delle terme di Stabio: ferita gravemente una donna, l’uomo che le aveva sparato, Stefano Solazzo, 56 anni, alla fine aveva rivolto l’arma contro di sé e si era ucciso. Tutti italiani i protagonisti della vicenda. In pochi minuti agli inquirenti italiani e svizzeri, che stavano collaborando, è stato subito chiaro che i due fatti di sangue erano collegati.

L’ennesimo dramma di una coppia finita male, di un ex che non si rassegna e che chiude una vicenda sentimentale nel sangue. L’assassino-suicida, 56 anni, non accetta la fine di una relazione e la presenza di un altro accanto alla ex. La storia prende forma in una prima, semplice ricostruzione da parte degli inquirenti: l’omicida ha rintracciato il rivale, nella zona di Cantello. Fa fuoco, due colpi che bastano a lasciarlo senza vita. Undici minuti per coprire sette chilometri e completare il piano criminale che aveva in testa.

L’assassino è arrivato alle terme e ha trovato la donna. Era lei che cercava ed era lei che voleva uccidere. Altri colpi di pistola, un corpo che cade a terra. Ma questa volta lei non muore e resta ferita in modo gravissimo. Lui, però, è convinto di avere portato a termine la sua missione di morte e non pensa ad altro. Rivolge la pistola verso sé stesso e si ammazza. I soccorsi sono immediati. La donna viene trasportata in ospedale, in condizioni critiche.

In serata gli agenti della Polizia cantonale e i carabinieri di Varese stavano ancora operando per fare piena luce sulla vicenda. A lavorare a stretto contatto con le autorità italiane è la procuratrice pubblica del Ticino Valentina Tuoni. Dalla magistratura svizzera arriva l’appello a eventuali testimoni di presentarsi alla polizia per riferire i dettagli. Poi, bocche cucite: "Non saranno fornite altre informazioni", è la lapidaria risposta degli inquirenti elvetici.