Giovedì 25 Aprile 2024

Massimo Ghini: "Mio figlio di 25 anni ha la polmonite bilaterale da Covid"

Il popolare attore lancia un appello ai genitori come lui: "Il virus è diventato molto più pericoloso, state attenti. Il tampone rapido non è garanzia d'immunità"

Massimo Ghini (Ansa)

Massimo Ghini (Ansa)

Roma, 25 febbraio 2021 - Il Covid non è solo virus per vecchi: colpisce anche i giovani, e in modo grave. Parola di Massimo Ghini, che lancia un appello a "tutti i genitori come me:  fate molta attenzione ai vostri figli, non dovete pensare che siano più forti degli anziani rispetto al Covid, se è successo a un venticinquenne sportivo come mio figlio Lorenzo purtroppo può accadere a tutti". Il popolare attore non è nuovo alla condivisione di storie di famiglia ai tempi del Covid: ''Dopo l'odissea di mia figlia, che non riusciva a tornare da Londra in Italia - racconta - ora ho anche mio figlio di 25 anni in ospedale con una polmonite bilaterale da Covid''. 

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Ghini testimonial della prudenza nella lotta al Covid: "Il virus è diventato molto più pericoloso - insiste  - In una situazione del genere, che trovo allucinante, penso che la politica si debba occupare prima di tutto di questa emergenza nazionale''.

Poi il racconto di come il figlio si sia preso il Covid: "Mio figlio e un gruppetto di suoi amici avevano deciso, visto che non ne potevano più, di incontrarsi in una casa e avevano fatto tutti il tampone rapido. Invece non è servito a niente". E i sintomi? "All'inizio, quando ha scoperto di essere positivo, diceva di sentirsi bene - prosegue Ghini - poi dopo aver consultato il nostro medico di fiducia è stato portato di corsa in ospedale, dove gli è stata diagnosticata una polmonite bilaterale. Ora sta meglio, è ancora positivo e si trova in un 'Covid-hotel' e sta continuando a farsi la sua quarantena''. E continua: "Lo sento tutti i giorni al telefono".

La scelta di raccontare la sua esperienza è chiara: "Ne parlo soprattutto perché la sua storia deve essere di monito a tutti". Lorenzo, che vive in famiglia, continua Ghini, a un certo punto, dopo il primo lockdown strettissimo, stufo della non socialità, "ha preso in affitto una casa con pochi amici, per stare un po' insieme, tra aperitivi e playstation. E confesso che anziché non sapere dove andava, mi sentivo più tranquillo così". Invece il contagio è arrivato e anche pesante. I tamponi, è l'appello dell'attore,  non sono "affatto garanzia di immunità: a Natale ho visto ammalarsi anche un attore tamponato, sul mio stesso set". 

Sensibile alle esigenze giovanili ("mi ricordo com'ero io all'età di mio figlio, avrei vissuto come una tortura il dover rimanere in casa") Ghini ora chiede però uno sforzo di responsabilità a tutti:  "Siamo in un momento delicato, serve la massima attenzione da parte di tutti". Da parte sua, aspetta con ansia il vaccino: "Ho 66 anni, mi sento a rischio, spero di riuscire ad averlo presto. Aspetto il mio turno - aggiunge - non sono il tipo che cerca scorciatoie".

Poi Ghini tiene a precisare: "Con tutti i morti che abbiamo avuto per questa pandemia, le persone che hanno perso i lavoro, gli anziani isolati, tutti coloro che sono stati divisi dall'oggi al domani dai loro cari, non voglio ingigantire una questione che sono certo si risolverà, anzi. È anche vero che Lorenzo - continua - non era ad alcuna festa o party né ha partecipato ad assembramenti, ma era in una casa che aveva preso con un amico da un po' di tempo: erano in 4, con le loro ragazze, era stato tamponato due giorni prima, anzi essendo ipocondriaco, si controlla sempre. E proprio perché è uno attento mi ha chiamato e perché si è accorto che qualcosa non andava nel respiro, mi ha detto che non tornava".

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