Una maxi frode milionaria usando computer quantistici e intelligenza artificiale sui fondi Ue e Pnrr. Questa l’indagine condotta dai finanzieri del comando di Venezia e del Nucleo speciale Spesa pubblica e repressione frodi comunitarie, col Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) e del Nucleo speciale Tutela privacy e frodi tecnologiche, che ieri all’alba hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 24 persone, tra cui Maurizio De Simone, patron dell’Us Pistoiese 1921, arrestato dalla Guardia di finanza di Pistoia. In manette è finito anche Stefan Lehmann, l’imprenditore tedesco che rilevò la società nel gennaio 2022 per poi cederla allo stesso De Simone un anno e mezzo dopo.
Sono stati eseguiti sequestri preventivi per oltre 600 milioni di euro. Il blitz è scattato all’alba di ieri. Perquisita la sede della Us Pistoiese 1921. De Simone invece è stato trattenuto per diverse ore nella caserma delle Fiamme gialle prima di essere accompagnato in carcere. Oltre al suo e a quello dell’ex patron tedesco, altri 6 arresti, mentre in 14 sono ai domiciliari (tra cui Omar Vecchione, altra vecchia conoscenza arancione).
Le attività di frode attribuite al sodalizio criminale, col coinvolgimento di svariati prestanome e professionisti, hanno riguardato progetti per decine di milioni di euro legati al Pnrr ed erogati da Simest. Le indagini hanno permesso di far emergere come la stessa organizzazione, utilizzando spesso le stesse società, fosse dedita anche alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio (bonus facciate) e per il sostegno della capitalizzazione delle imprese (Ace), per circa 600 milioni di euro. Lo stesso De Simone, peraltro, a fine 2022, era stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Avellino insieme ad altre persone per una presunta truffa da 15 milioni di euro legata proprio ai bonus facciate. Lehmann, invece, nello stesso periodo, era finito tra gli indagati in un’inchiesta della procura di Venezia per presunti mancati versamenti milionari sull’Iva. Filoni, questi, che potrebbero essere collegati alla maxi frode. Secondo quanto ricostruito, nell’indagine veneziana, Lehmann avrebbe ricevuto diversi milioni di euro in crediti fiscali, mentre De Simone avrebbe ottenuto nel 2022 dalla Simest 150mila euro di fondi legati al Pnrr, grazie a un bando per imprese a cui avrebbe partecipato con un’azienda di cui risultava amministratore. L’impresa, che ha sede ad Avellino, avrebbe percepito questi fondi mai impiegati poi per i progetti presentati. I contributi percepiti sarebbero stati poi ceduti (con passaggi tracciati nell’indagine) a un’altra società che a sua volta li avrebbe girati all’Us Pistoiese. Un’indagine parallela a quella di Venezia è quella avviata dalla procura di Pistoia nel 2023. L’ipotesi di reato per De Simone, nell’ambito dello svolgimento del suo ruolo all’interno della società arancione, sarebbe quella di bancarotta fraudolenta, falsa comunicazione sociale, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e indebita compensazione di imposte.
Alessandro Benigni