Mercoledì 24 Aprile 2024

Faide al Cremlino "I fedelissimi di Putin sono sempre più divisi"

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di Marta Ottaviani

Il Cremlino traballa e a dirlo questa volta è niente meno che Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri, una delle figure-simbolo del regime. È quanto riporta il think tank americano, Institute for the Study of War, secondo il quale ormai la compattezza attorno al presidente Putin sarebbe ormai un ricordo. Zacharova avrebbe confessato queste fratture durante un seminario che si è tenuto due giorni fa. La portavoce del ministero degli Esteri ha parlato dell’impossibilità di controllare totalmente l’informazione, a differenza di quello che si faceva ai tempi di Stalin, a causa dello scontro fra le diverse élite nel Cremlino.

La diretta interessata ha smentito con forza questa fuga di notizie, spiegando che si tratta dell’ennesimo attacco americano per far credere che in Ucraina le cose per la Russia si mettano male. Ma la storia delle fake news ormai regge fino a un certo punto. A Bakhmut le truppe russe fanno fatica a penetrare e, nonostante settimane di accesi scontri, le truppe di Mosca, formate soprattutto da mercenari della Wagner, non sono riuscite a penetrare e, se la cittadina dovesse essere conquistata, sarà a un prezzo carissimo. Dopo oltre un anno di guerra, forse, i russi iniziano a capire che la situazione al fronte non è affatto rosea come vorrebbero fare credere da Mosca e se si considera che per la primavera è prevista un’altra massiccia operazione di terra, il disagio sale. Ma non sembra che la guerra finirà presto. Nonostante, fin dall’inizio, il cerchio magico del presidente fosse spaccato fra favorevoli e contrari al conflitto e ora questi ultimi sembrano essere diventati netta prevalenza, è ancora troppo presto pensare al ritiro delle truppe. Il presidente crede che l’operazione di terra possa davvero cambiare le sorti del conflitto e soprattutto se dovesse ritirare le truppe ora difficilmente potrebbe parlare di vittoria in patria.