Mercoledì 24 Aprile 2024

Europei senza figurine ed è subito nostalgia

La Panini non riprodurrà le immagini dei campioni nel 2024, i diritti a un’azienda americana. Gli album che fecero sognare il Paese

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di Leo Turrini

Forse nel 2024 la Nazionale di Roberto Mancini riconquisterà il titolo europeo, ma stavolta non saranno le gloriose figurine Panini ad accompagnare l’impresa degli azzurri. È di ieri la notizia che ad acquisire i diritti per riprodurre le immagini dei campioni della pedata per il torneo continentale, le cui finali saranno disputate in Germania, è stata un’azienda americana concorrente del marchio modenese.

A scanso di equivoci, non si tratta della fine di un’epoca. La Panini, gestita magnificamente dall’attuale proprietà, rimane uno dei simboli della creatività italiana, nel solco di una storia iniziata più di 60 anni fa, partendo da una minuscola edicola vicino al Duomo di Modena.

Olga Panini, vedova con otto figli a carico, aveva avuto l’intuizione di scommettere sul mercato di giornali e riviste quando nel nostro paese infuriava la guerra civile. Da lì, nacque una leggenda nazionalpopolare: perché la signora, con l’appoggio dei suoi rampolli, cominciò a raccogliere in piccole buste le immagini ritagliate dalle riviste che dovevano finire al macero. I Panini vendevano anche francobolli recuperati da lettere e cartoline spedite da italiani immigrati all’estero.

La sperimentazione fece comprendere alla signora e ai suoi otto eredi che tra gli italiani l’antica propensione al collezionismo non era scomparsa. Che si trattasse di monete o di tappi di bottiglie. Del resto, ai tempi di Mussolini l’intera nazione era impazzita per il Feroce Saladino, figurina (introvabile) che veniva distribuita con un prodotto alimentare. Persino il Duce rimase senza: e per ripicca fece fare una legge che le figurine proprio le vietava, nell’Impero fascista.

Sarà stata, forse, la voglia di libertà. O più semplicemente il rifiuto di una scemenza dittatoriale. Sia come sia, quando nel 1961 la famiglia Panini distribuì la prima raccolta riservata alle immagini dei calciatori, il boom fu immediato e clamoroso. Merito di due trovate: un album per sistemare le figurine, a costo di rovinarsi le mani con la colla appiccicosa dell’epoca. E in più un’anticipazione del futuro: la fotografia era ancora in bianco e nero nel 1961, ma un bravo litografo diede i colori giusti alle maglie dei campioni. Viola per la Fiorentina, rossoblu per il Bologna, rossonero per il Milan, azzurro per il Napoli…

Il seguito è favola, ma anche testimonianza del Miracolo Italiano. I bambini affollati intorno alle edicole ad aspettare le bustine. Il “celo, manca” entrato in fretta nel linguaggio degli adolescenti. I giochi innocenti, muretto piuttosto che mazzetto. L’ansia per il Pizzaballa, portiere dell’Atalanta, misteriosamente nascosto chissà dove, tanto che ancora oggi i pellegrini in Terra Santa chiedono a Padre Pizzaballa, custode di Gerusalemme per conto del Vaticano, se ne sappia qualcosa. Sono solo figurine. Forse.