Giovedì 25 Aprile 2024

Eredità digitale: lui muore, alla vedova le password dei social

Il Tribunale di Milano ha concesso all’ex moglie le chiavi di accesso agli account. "Voglio cercare pensieri e ultime volontà per i nostri figli"

C'è una falla normativa nel sistema di protezione post mortem dei dati sui social

C'è una falla normativa nel sistema di protezione post mortem dei dati sui social

Milano, 8 luglio 2022 - Anche l’eredità digitale rischia di far litigare gli eredi. Nei giorni scorsi il tribunale milanese ha autorizzato una donna a entrare in possesso dei beni digitali del defunto ex marito: account di posta elettronica, i-cloud e contenuti dei profili social. L’ordinanza, emessa al termine di un procedimento d’urgenza, consegna di fatto alla ex moglie le chiavi d’accesso alla vita virtuale del marito morto.

Il caso riguarda una madre che, agendo nell’interesse dei figli minori, aveva chiesto al Tribunale l’autorizzazione ad ottenere da Apple, Microsoft e Meta Platform (WhatsApp) le chiavi di accesso degli account e dell’i-cloud dell’ex marito, deceduto per malattia, dopo che le tre società per ragioni di privacy avevano negato il benestare in assenza di una autorizzazione del giudice.

La donna riteneva di potervi trovare, oltre a foto e video ritraenti i bambini con il loro papà, anche eventuali pensieri e lettere di addio, nonché dichiarazioni di ultime volontà in loro favore.

"Il provvedimento ci ricorda come i dati contenuti nei nostri account possano entrare a far parte dell’eredità, al pari delle lettere o delle fotografie custodite gelosamente nei cassetti delle nostre scrivanie", spiega il difensore della donna, il matrimonialista Marco Meliti, per il quale "la decisione risponde certamente ad un interesse meritorio di tutela dei figli minori ma, allo stesso tempo, evidenzia una falla normativa nel sistema di protezione post mortem dei dati contenuti nei nostri account".

Nelle condizioni generali che sottoscriviamo per aprire una casella di posta elettronica, aderire a Facebook o WhatsApp, "non è prevista la sottoscrizione di una clausola specifica volta a manifestare in maniera inequivoca il divieto assoluto di accesso agli eredi - spiega - e così le regole generali consentono il superamento della privacy nel caso di particolari esigenze familiari riconosciute dal giudice". Probabile, conclude l’avvocato Meliti, "che ora i gestori adeguino le proprie condizioni generali di adesione fino a prevedere la possibilità di escludere l’eredità digitale". Fra l’altro, la prudenza dei gestori social è anche legata al fatto che l’attività digitale del defunto coinvolge altre persone. Toccherà alla ex moglie la responsabilità di trattare quei dati. Tra le ragioni del provvedimento d’urgenza, anche il "pericolo di un pregiudizio grave e irreparabile" insito in un eventuale ritardo. Dopo un periodo di inattività, infatti, i dati sull’account i-cloud vengono cancellati.

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